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Visualizzazione dei post da 2010

Zona rossa e democrazia

Gli scontri di piazza di qualche giorno fa a Roma in occasione del voto di fiducia alla Camera sono inqualificabili e nulla hanno a che fare con la protesta dei precari, degli studenti, degli insegnanti, dei cassaintegrati, dei licenziati, dei pensionati nella loro manifestazione esteriore violenta. Forse hanno in comune solo la rabbia per un governo cieco e sordo, incapace, fatto di nani, veline, ballerine e di frequentazioni istituzionali (palazzo Grazioli è, per decreto, sede del Presidente del Consiglio) con le puttane. Sì, puttane, perché persino questa parola è stata sdoganata nel gergo della politica italiota. Detto questo per una volta bisognerebbe riconoscere che il cordone sanitario della zona rossa intorno ai palazzi delle istituzioni è stato giusto e sacrosanto. Proviamo ad immaginare se quegli stessi violenti fossero arrivati davanti al Parlamento. Cosa avrebbero fatto? Avrebbero preso d'assalto la Camera e il Senato? E poi? Cosa sarebbe successo? Semplice. Avrebbero

Aldrovandi: un risarcimento che è un'ammissione di responsabilità

Duemilioni di euro non restituiscono la vita ad una persona, ma il risarcimento dello Stato alla famiglia Aldrovandi sono il giusto epilogo di una battaglia civile condotta da una famiglia. Quel risarcimento è anche un'ammissione implicita di responsabilità da parte delle istituzioni per la condotta di uomini che in quel tragico 25 settembre 2005 indossando una divisa le rappresentavano. Una reponsabilità sia per l'inefficacia dei metodi di selezione del personale delle forze dell'ordine nella valutazione delle attitudini personali, sia per l'inadeguata e insufficiente formazione a cui dovrebbe essere sottoposto chi svolge compiti delicati di ordine pubblico. Ma è un'ammissione implicita di responsabilità anche sotto un altro e più importante punto di vista: su quella morte ci sono ancora molte ombre che il processo di primo grado, nonostante le condanne, non è riuscito a diradare per la difesa corporativa scattata attorno ai quattro esecutori materiali dell'om

Il golpe bianco di Berlusconi e della banda dei peones

Costituzione della Repubblica italiana.   Art. 67 Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato. Art. 92 Il Governo della Repubblica è composto dal Presidente del Consiglio e dai ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei ministri. Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri. Art. 94 Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale. Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia. Il voto contrario di una o di entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni. La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione.   Berlusconi vorrebbe te

Al ministro Brancher

Caro ministro Bancher, se non le dispiace a me del calcio non me ne frega un cippa, preferisco occuparmi dei suoi loschi affari visto che, Dio non voglia, dovrò mantenerla con le mie tasse da qui alla fine della legislatura. E poi, se mi permette, ha più dignità la nazionale di lei, che se non altro s'è presa i fischi e gli insulti senza dire: "Ci sono ministri accusati di corruzione e ve la prendete con noi perché siamo stati eliminati dai mondiali, in fondo è un gioco!".

Il bluff di Marchionne e la caccia alle streghe

Da buon giocatore di poker Marchionne sta calando il suo bluff. Infatti, non è pensabile, da uomo intelligente qual è, che si aspettasse un plebiscito al referendum indetto da Fim e Uilm più altri minori. A questo punto è lecito supporre che si sarebbe dichiarato insoddisfatto qualunque fosse stato il risultato del referendum che non avesse sfiorato il 99% e in questo sta, precisamente, il suo bluff. Sa bene che in Italia il ricatto lavoro contro diritti, nonostante il balbettio dei partiti di opposizione e il silenzio dello stesso Presidente della Repubblica di fronte ad un attacco inaudito ai diritti dei lavoratori Costituzionalmente protetti, arriva fino ad un certo punto. E allora questa insoddisfazione sull'esito del referendum da parte del Lingotto dove vuole andare a parare? Temo che Marchionne avesse già in mente di disinvestire in Italia e vuole ottenere con questo referendum due risultati. Il primo trasferire le produzioni all'estero sentendosi la coscienza a posto a

Fiat di Pomigliano: l’accordo che modifica la Costituzione

Art. 41 della Costituzione della Repubblica italiana L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali. E' questo un altro dei pilastri della Costituzione che Berlusconi vorrebbe modificare, soprattutto nel secondo comma, per liberare le mani dai lacci e lacciuoli di quello che una volta si chiamava il capitale nel rapporto con la forza lavoro. Lo ha dichiarato pochi giorni fa all'assemblea della Confartigianato. Ora, affianco al presidente del consiglio, ecco scendere in campo Marchionne a imporre un accordo ai sindacati che incide, oltre che nella politica, immediatamente nella carne delle persone: investimenti per riportare le produzioni dalla Polonia a Pomigliano in cambio di turni per ut

La maschera della libertà di stampa

Parliamoci chiaro: il provvedimento sulle intercettazione che il governo si accinge a varare solo in parte ha a che fare con il diritto di cronaca. Il vero diritto messo in discussione da questo provvedimento è quello all'accertamento e alla persecuzione dei reati assicurando alla giustizia chi viola la legge. In discussione c'è la possibilità o meno di perseguire chi viola le regole della convivenza civile, il patto sociale democratico su cui si regge qualsiasi ordinamento. Temo che il dibattito sul diritto di cronaca sia servito come boccone avvelenato per nascondere il vero contenuto scabroso di questa legge e cioè che non sarà più possibile perseguire i reati della cosiddetta "cricca" e partendo da questi arrivare all'associazione a delinquere di stampo mafioso, che non è una fattispecie di reato che si presenta subito chiara e nitida agli investigatori, ma alla quale ci si arriva indagando magari su reati considerati "minori". "Se il ddl Alfano

Intercettazioni: la furbata dei “gravi indizi di colpevolezza”

"Quando si comincia con un aggettivo, si sa dove si comincia ma non si sa dove si finisce". È il commento efficace di Paolo Mieli alla legge sulle intercettazioni telefoniche licenziata oggi dalla commissione giustizia del Senato. Secondo la legge, infatti, per procedere all'ascolto delle telefonate occorrono "gravi indizi di colpevolezza". "Chi stabilisce cosa è grave e cosa no?", si è chiesto Mieli. Una domanda che mette in luce i gravissimi margini di discrezionalità che la legge concede a funzionari di polizia e magistrati più o meno zelanti. Occorrerà ora un regolamento attuativo che stabilisca criteri oggettivi di gravità? Che stabilisca una sorta di interpretazione autentica del legislatore su cosa è grave e cosa no? E su quali basi saranno stabiliti? Il rischio evidente a chiunque è che tutto può essere considerato grave così come nulla può esserlo. Dipenderà dal magistrato che autorizzerà le intercettazioni? È evidente che ciò che può essere c

Finiani, benvenuti nel paese reale

Sembra che l'incantesimo sia finito e i finiani improvvisamente si siano svegliati, a differenza di Alice nel paese delle meraviglie dove finora sono stati, nel paese reale. Benvenuti tra noi. A rivelare questo risveglio è il significativo editoriale del direttore del Secolo d'Italia, Flavia Perina, di venerdì 30 aprile. Il titolo è quanto di più presbite potrebbe esserci perché recita: "Il maccartismo dei liberali togliattiani", quando avrebbe potuto titolare: "Il maccartismo dei liberali mussoliniani" e sarebbe stato più aderente ai personaggi e alla storia a cui per tanta parte gli eredi del Msi si sono richiamati. Anche perché maccartismo e togliattismo mal si conciliano, è una contraddizione in termini. Ma tant'è. L'editoriale è dedicato alle dimissioni di Italo Bocchino da vice capogruppo del Pdl alla Camera. Ci sono alcuni passaggi di Perina significativi perché danno uno spaccato visto dall'interno, e per questo ancor più interessante i

NASCE A FIRENZE LA RETE DEL COHOUSING

INSIEME LE ASSOCIAZIONI DI BASE PER UNA COMUNITA' SOLIDALE E LA SOSTENIBILITA' Apartitica, senza scopo di lucro vuole interfacciarsi con Enti locali, Regioni, progettisti, costruttori, giuristi, realtà locali. Firenze- Oltre venti associazioni e operatori si sono ritrovati a Firenze (nei giorni scorsi, ndr) per dar vita alla prima rete di cohousing nata dal basso, individuando obiettivi di riferimento. Ottanta invitati hanno partecipato all'incontro presso la sede della Provincia. Esperienze diverse e da tutta Italia; hanno lavorato per un'intera giornata, la mattina, dibattito e approvazione del Manifesto e, il pomeriggio, organizzazione in gruppi per approfondimenti. E' nato un organismo libero, aperto, apartitico, senza scopo di lucro. Il cohousing (vedi articolo su questo blog del 15 luglio 2009, ndr ) coniuga due esigenze: socialità e privacy. "Il cohousing è una modalità residenziale costituita da unità abitative private e spazi e servizi comuni ed è

Non sono un pacifista, ma sto con Emergency

Non sono un pacifista, ma sto con Emergency. Una posizione apparentemente contraddittoria, ma credo abbia legittimità di cittadinanza anche tra quanti stanno con l'organizzazione di Gino Strada senza se e senza ma. Si tratta di capirsi sul termine pacifista e cercherò di spiegarmi. Ritengo ci siano guerre che sia necessario e giusto combattere e nel fare questa affermazione non penso certo alle guerre degli eserciti e degli stati, penso alle guerre di liberazione dei popoli, come fu la nostra Resistenza, come furono le guerre di liberazione dal colonialismo in Africa negli anni Sessanta e Settanta, come fu la rivoluzione cubana e quelle tentate dal Che nell'America del sud, come fu la lotta Sandinista in Nicaragua negli anni Ottanta. In questa accezione non sono un pacifista. Se invece per pacifismo si intende un impegno civile costante e quotidiano affinché le guerre non siano più necessarie, affinché l'oppressione dell'uomo sull'uomo non abbia diritto di cittadina

Il nuovo obiettivo dell’economia. La felicità sociale

Rocca, n. 7, 1 aprile 2010, pag 22 "Per uscire dalla crisi bisogna tornare a darsi degli obiettivi di giustizia sociale e felicità perché la ricchezza di una nazione è la dignità del lavoro. Senza tutto ciò la finanza continuerà la sua corsa speculativa di bolla in bolla pronta ad esplodere periodicamente". A parlare non è un sindacalista o un estremista extraparlamentare, ma un economista "un po' anomalo" come egli stesso si definisce. Patrizio Bianchi, rettore dell'Università di Ferrara, allievo di Nino Andreatta all'Università di Bologna e di Romano Prodi con il quale si laureò nel 1976 con una tesi sul sistema di partecipazioni statali. Fu proprio Prodi a volerlo nel 1997 nel consiglio di amministrazione dell'Iri con l'incarico si seguire la privatizzazione delle imprese pubbliche italiane e poi nel 1999 a nominarlo presidente di Sviluppo Italia, l'Agenzia incaricata di attrarre investimenti nel Mezzogiorno. Nel 1982 fu tra i fondatori di

La semina dell’odio

La Cassazione ha deciso la linea dura contro gli immigrati con una sentenza in base alla quale gli irregolari vanno espulsi anche se hanno figli minori che frequentano le nostre scuole e sono nati in Italia. Ora, al di là del merito giuridico della sentenza (si sa il diritto è come un elastico, lo si può tirare a piacimento, tanto che una precedente sentenza sempre della Cassazione del gennaio scorso aveva sancito giusto il contrario), resta un fatto squisitamente sociale e politico. Proviamo ad immaginare un ragazzino che frequenti le nostre scuole dell'obbligo, proviamo ad immaginare se ad uno dei nostri figli di punto in bianco venisse sottratto per legge il proprio padre e rispedito a migliaia di chilometri di distanza senza alcuna certezza che potrà mai ritornare e che quel bambino possa rivederlo, mentre quel bambino è nato, cresciuto, ha stabilito relazioni affettive, si è legato ai luoghi del nostro paese. Con che conflitto interiore, con che dramma e che tensione potrà aff

Aldrovandi. Depistaggi e negazione del diritto

Un altro giudice, il Gup Monica Bighetti, dunque diverso da quello del processo principale sulla morte di Federico Aldrovandi, venerdì 5 marzo ha confermato che ci fu favoreggiamento e omissione d'atti d'ufficio con la sentenza di condanna per tre poliziotti (Paolo Marino, Marco Pirani e Marcello Bulgarelli). Per il quarto Luca Casoni, rinviato a giudizio per non aver scelto il rito abbreviato, al momento il giudizio è sospeso. In una parola ci fu depistaggio delle indagini, come già era emerso nel corso del dibattimento del processo di primo grado agli autori materiali della morte di Federico e come è chiaramente scritto nelle motivazioni della sentenza del giudice Francesco Maria Caruso. Depistaggio sulla morte di un ragazzo di 18 anni per puro spirito di corpo. E' agghiacciante pensare che altri funzionari di polizia, come ho già avuto modo di scrivere su questo blog, lontano dall'immediatezza dei fatti e nel chiuso dei loro uffici, dunque a mente fredda, abbiano mes

La fogna mediatica

"Fogna mediatica" per definire il diritto-dovere di giornali e Tv di informare non si era ancora sentito. Forse solo Berlusconi finora si era spinto a tanto nelle sue innumerevoli esternazioni contro la stampa rea di divulgare notizie sacrosante sui processi pendenti e le inchieste su di lui. Eppure queste parole sono state pronunciate da un magistrato, il procuratore capo della Repubblica di Ferrara, Rosario Minna, a margine di un'udienza preliminare per il processo Aldrovandi bis in cui è stata chiamata a testimoniare la pm Mariamanuela Guerra titolare della prima fase delle indagini sulla morte di Federico. Riferiscono le cronache che è piombato in aula all'insaputa di tutti (anche del sostituto titolare dell'inchiesta, Nicola Proto) per contestare al gup Monica Bighetti la decisione di convocare la Guerra per testimoniare della telefonata intercorsa tra lei e il dirigente delle volanti Paolo Marino di cui si dovrà decidere il rinvio a giudizio o meno per omiss

Bologna. L’indecoroso piagnisteo del Pd

Dichiaro subito da che parte sto per rispetto nei confronti di chi legge, cosa che dovrebbe fare chiunque si rivolga ad un pubblico piccolo o grande che sia: disprezzo la cultura berlusconiana che, temo, stia attecchendo in molte parti della cosiddetta sinistra. Basti pensare alle innumerevoli espressioni dei conflitti di interessi ai più svariati livelli di cui, in una certa misura e se saranno confermate le accuse, è stato vittima anche l'ormai ex sindaco di Bologna. Detto questo, trovo indecoroso il piagnisteo del Pd sulla data delle elezioni di Bologna. Ma dico, cosa si aspettavano, che la maggioranza di governo corresse a varare un decreto per far votare i cittadini a marzo e togliere le castagne dal fuoco al Pd? Ma che favola è questa? È ovvio che il Pdl e i suoi alleati hanno tutto l'interesse a tenere sulla graticola il maggior partito di opposizione per un altro anno in una sfibrante e costante campagna elettorale, perché a botta calda il popolo del Pd confermerebbe la

Delbono-Vendola. Modello bolognese VS modello pugliese

Quando la storia si fa beffe degli uomini! "C'è Delbono a Bologna", diceva lo slogan della campagna elettorale del candidato sindaco giocando sulle parole. Pane per i denti dei comici nostrani. Il sindaco uscente potrà, si spera, provare la sua estraneità penale ai fatti contestati, ma per intanto il danno è fatto e resterà a lungo come uno sfregio sul volto della città. La vera beffa che la storia si è presa il gusto di infliggere sta nella contemporaneità delle dimissioni di Delbono a Bologna e il trionfo, ad ottocento chilometri di distanza, in Puglia, di Nichi Vendola. Perché la definisco una beffa? Perché da un lato la forza spontanea dei cittadini, che non si sono fidati del più grande partito di opposizione, ha spazzato via i giochi dell'apparato alle primarie per la presidenza della Regione Puglia. Apparato del partito pugliese, sia detto per inciso, controllato da D'Alema che aveva paracadutato un proprio uomo. Dall'altro, invece, il più forte appara

Riduzione delle tasse e morte della solidarietà

Dopo l'ennesima sparata di Berlusconi sulla riduzione delle tasse (di fatto solo per i redditi più alti) e della semplificazione del sistema tributario con la riduzione delle aliquote a solo due è utile ritornare ai principi della Costituzione, proprio quelli sanciti dalla prima parte nei principi fondamentali che lo stesso Schifani ha detto essere intoccabili. Bene, tra questi articoli della prima parte della nostra Carta fondamentale vi è l'articolo 53. Il secondo comma dice che "il sistema tributario è informato a criteri di progressività". Ora, si fa fatica a pensare che due sole aliquote, al 23 e 33%, possano rispondere ai requisiti di progressività perché è evidente anche ad un bambino di quinta elementare che il 23% su un reddito mensile lordo di 1400-1500 euro ha un peso superiore, in termini di potere d'acquisto e di assicurazione di una vita dignitosa, ben superiore al 33% su un reddito mensile, mettiamo, di 5000 euro lordi, per non parlare dei redditi

Il futuro del Popolo viola

Anche a Ferrara il "Popolo viola" sta cercando di darsi un'organizzazione grazie all'entusiasmo e all'impegno di alcuni giovani. Ho partecipato alla prima assemblea costitutiva giovedì scorso, 7 gennaio. La sensazione che ne ho ricavato è che dopo una prima spinta spontanea nata dalla rete ora si voglia dare un'organizzazione a questo movimento, ma la flessibilità, la spontaneità, la velocità propria del mondo di internet mal si adatta ad una trasposizione strutturata nel sociale. Lo straordinario successo della manifestazione di Roma deriva proprio da queste nuove modalità di comunicazione che funzionano se restano nel proprio ambito. Nel momento in cui si cerca di strutturarne l'esistenza al di fuori della rete il rischio inevitabile è di cadere in uno scimmiottamento delle strutture partitiche. Non certo per male fede, ma per un pizzico di ingenuità che deriva dall'entusiasmo di cui va dato merito a questi ragazzi di aver portato una ventata di ossi