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Visualizzazione dei post da gennaio, 2014

Ripasso per sindacalisti smemorati

Enrico Berlinguer davanti i cancelli della Fiat (foto Ansa) Una data storica della sconfitta della sinistra è il 1980 con i 35 giorni di sciopero alla Fiat dove la Cgil di Lama e il Pci di Berlinguer subirono un durissimo colpo da cui né il sindacato confederale, e non solo la Cgil, né il Pci si ripresero più. Quello fu anche, insieme alla sconfitta, lo spartiacque di un mutamento culturale e di un cambio di pelle dell'intero paese. Il modello Romiiti di relazioni industriali, per intenderci, sarebbe stato destinato a fare scuola nei decenni successivi. Il sindacato si accontentò nella fabbriche di parlare di codeterminazione, di condivisione degli obiettivi aziendali, in alcuni casi si parlò di cogestione. La qualità totale divenne il nuovo idolo nelle fabbriche. I tempi di produzione da allora sono stati sempre più saturati, che vuol dire meno pause e ritmi più veloci. Resta una domanda cocente perché riguarda l'identità stessa di una parte importante della sinistra come

Il culto della competenza

"Abusando della deficienza di uomini capaci, di cui soffre la classe dirigente, dovuta al fatto che il capitalismo è in Italia ancora ai suoi inizi, e non ha quindi ancora, per il serrato giuoco della libera concorrenza, messo in circolazione molti valori cribrati dal mercato dell'economia intellettuale, un gruppo organizzato di imbottitori di crani aveva incominciato l'opera allucinante di far convergere tutta l'attenzione del pubblico sulla massima: 'La direzione del paese ai competenti, ai tecnici!'. I competenti, i tecnici, non erano, si capisce, quelli tali nell'arte del governo; erano i grossi industriali, gli agrari, che avevano dimostrato con i milioni guadagnati, di sapere bene amministrare la loro azienda privata". Antonio Gramsci, Avanti!, 13 maggio 1918. Da allora non è cambiato nulla e fu il preludio al ventennio fascista.

"Il sole spunta anche per te"

17 gennaio 2014. Piazzale della stazione di Taranto. Ore 8.00. Sono fuori a godermi i raggi del sole di gennaio in attesa della mia coincidenza. Un regalo per me che arrivo dalla grigia pianura padana, e ancora non sapevo che di lì a poco avrei ricevuto un altro regalo. Mi attacca discorso così: "Chiedono l'elemosina per poi comprare un gratta e vinci", dice indicando con la testa una donna Rom che gratta appoggiata sul cofano di un taxi. "Eh, tentano la fortuna", gli rispondo un po' svogliato temendo la solita filippica razzista.  Invece, comincia a raccontarmi la storia della sua vita, dei suoi quattro infarti e di come all'ultimo infarto è uscito dal coma, dopo che i medici lo avevano dato per spacciato. "Dopo tredici giorni improvvisamente ho aperto gli occhi, ho visto una forte luce e l'immagine di Padre Pio". Mi racconta dei miliardi (in vecchie lire) sperperati nei casinò di tutta Italia; delle truffe fatte, dei tanti lavor

Auguri Bersani!

Su Bersani e il suo essere una persona per bene ho una testimonianza personale. Vent'anni fa ero un giovane praticante della scuola di giornalismo di Bologna. Andavamo ad esercitarci in Regione a seguire i lavori della giunta di cui lui era Presidente. Ebbene, lui parlava anche con noi, che non eravamo nessuno nel campo dell'informazione e non potevamo essergli utili in alcun modo, ma la sua umanità è tale da guardare le persone che ha di fronte. Il suo successore, un socialista di cui non ricordo il nome e che diventò segretario nazionale di quel partito, invece, nemmeno ci guardava in faccia. Auguri Bersani!