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Visualizzazione dei post da 2016

Voterò SI perché mi fido dei Costituenti del '45

L'aula del Senato I sostenitori del NO alla riforma costituzionale sostengono che il Senato non elettivo limiterebbe quanto previsto dal secondo comma dell'art. 1 della Costituzione che recita: "La sovranità appartiene al popolo". Ciò che non dicono è che quel comma prosegue con un inciso: "che la esercita (la sovranità, ndr) nelle forme e nei limiti della Costituzione". Un'omissione non secondaria perché, invece, dà la misura precisa della lungimiranza dei padri Costituenti che avevano previsto la possibilità di una modifica nelle forme di esercizio della sovranità popolare. Se avessero voluto blindare la Carta fondamentale avrebbero scritto: "La sovranità appartiene al popolo, che la esercita con voto proporzionale nell'elezione dei componenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica". Inoltre, non è un caso che i Costituenti hanno inserito le modalità di espressione della sovranità popolare nella seconda parte della C

Il perenne congresso del Pd che tiene in ostaggio il paese

Non ho ancora deciso cosa voterò al referendum di novembre, ma una cosa voglio dirla: se l'esito del voto sarà condizionato dal perenne congresso interno del Pd, il partito, in tutte le sue componenti, dovrà assumersi la responsabilità delle conseguenze che avrà sul paese. Il regolamento di conti sulla segreteria del partito sbrigatevela tra di voi e non tenete in ostaggio il Paese, non se lo merita.

In morte di un amico

Te ne sei andato tredici anni fa. Lo stesso giorno in cui il mio primogenito compiva dieci anni. L’ho saputo solo oggi. Ho sperato fino all’ultimo non fosse il tuo quel nome che mi era comparso nella ricerca su internet. Ma c’erano molte, troppe coincidenze. Il tuo cognome unico nella tua città, l’anno di nascita. Tutto faceva pensare fossi tu. Ma ho sperato in un’omonimia. In tutti questi anni ti ho sempre cercato, soprattutto dall’avvento dei social. Ma nulla. Solo l’altro giorno, dopo che durante la notte sei venuto a trovarmi in sogno, sei saltato fuori ad una nuova ricerca su un sito che raccoglie i nomi dei defunti. Sicuramente una coincidenza. Razionalmente non può essere altrimenti. Ma la vita e il mondo non è solo razionalità. Hai voluto farmi sapere che ci avevi lasciato. Ho telefonato al cimitero della tua città per verificare l’attendibilità di quel sito. Un defunto col tuo nome e con quella data di nascita effettivamente c’è. E così ho deciso di venire a trovarti. Tant

E se la camorra avesse fatto un patto con gli jihadisti?

Ciò che più sconvolge della notizia dell'arresto dello jihadista nel casertano, non è tanto la presenza di fanatici pronti ad uccidere anche nel nostro paese, questo, purtroppo, lo abbiamo già messo in conto, ma il fatto che con questi criminali, per di più trafficanti di esseri umani, collaboravano "imprenditori" italianissimi che fornivano falsi documenti di assunzioni nel settore tessile ad immigrati che avevano così una via preferenziale per entrare nel nostro paese a suon di migliaia di euro. Gli stessi imprenditori che probabilmente hanno anche rapporti con la camorra, se non sono a loro volta dei camorristi. Perché non è immaginabile che un imprenditore che sia fuori dal giro della criminalità possa anche solo lontanamente pensare di prestarsi a questo affare criminale. Forse dall'inchiesta di Caserta potrebbe emergere che la nostra criminalità organizzata ha trovato un accordo con la criminalità terroristica fondamentalista. Saviano, nel suo primo Gomor

Perchè si lasciano entrare tanti immigrati?

Questa è la domanda che molti si pongono a volte con un tono insinuante come ad immaginare chissà quali retroscena, quali interessi perversi di alcune categorie come le coop che gestiscono i centri di accoglienza. La risposta, al netto del dovere di accoglienza per ragioni umanitarie, è molto più semplice e complessa allo stesso tempo: questo sistema di produzione capitalistico ha bisogno di un nuovo esercito di riserva a basso costo e a diritti ridotti. Dunque, con l'immigrazione si sta in realtà producendo una nuova lotta di classe del capitale contro il lavoro, con il capitale che usa i poveri contro altri poveri per sconfiggere definitivamente ogni idea di solidarietà tra i lavoratori e la possibilità di dare una forma organizzativa a questa solidarietà attraverso sindacati o partiti pro labour. Il capitale ha bisogno di spezzare ogni resistenza per spremere dalla forza lavoro utili sempre più alti e ciò lo si ottiene con bassi salari e bassi diritti.  Non è un caso, d

Tempi di vita e tempi di lavoro per un programma riformatore

C'è un punto che i sindacati e le diverse anime della sinistra continuano ad eludere nel dibattito politico e nel confronto con il governo: la riduzione dell'orario di lavoro a 35 ore. Ne abbiamo parlato ancora su questa pagina e ci ritorniamo perché è un punto dirimente dell'identità della sinistra. E' proprio sul conflitto tra tempi di vita e tempi di lavoro che storicamente si è cementata l'identità di classe. Oggi questo tema è scomparso completamente dal dibattito politico. Eppure, se c'è una risorsa preziosa in assoluto questo è il tempo. Prima di tutto perché è una risorsa a somma zero: se ne dedichiamo una certa quota per una cosa ne rimane meno per un'altra. Inoltre, spesso, non siamo noi a decidere quanta parte del nostro tempo dobbiamo dedicare alle diverse attività tra cui il lavoro è la parte preponderante. In secondo luogo, è una risorsa limitata, a scadenza, a tempo determinato, scusate il gioco di parole, l'unica di cui abbiamo la

Europa: la morte del welfare all'origine dei conflitti

E' evidente ormai che nei fatti di Monaco l'origine etnica dell'omicida non ha alcuna relazione con quanto accaduto. Era una persona con un forte disagio psicologico e sociale, vittima di bullismo, come purtroppo ce ne sono tanti di giovani che soffrono degli stessi disagi. Quegli omicidi sono il frutto di una società malata che ha abbandonato i suoi giovani e con essi il futuro, che non se ne cura, che non si cura delle periferie, che ha sostituito all'idea di solidarietà e di welfare le compatibilità finanziarie. Se l'Europa non si riappropria della sua idea originaria e fondativa di inclusione e solidarietà sarà la fine. Le avvisaglie ci sono tutte.  Sul fronte immigrazione, invece, non basta accogliere, occorre assicurare rispetto della dignità alle persone, proprio quella che hanno perso fuggendo dalle loro terre. Così potranno sentirsi ancora a casa e avere cura di questa nuova casa. Occorre anche, e senza mezzi termini, fermezza nel far rispettare le

Reddito di cittadinanza? No, grazie! Meglio un lavoro

"L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro". In quella virgola del primo comma dell'art. 1 della Costituzione sta tutto il rafforzativo del fondamento della nostra Repubblica. Perché solo il lavoro dà dignità alle persone ed è il fondamento della loro libertà e quindi della democrazia. Non è, dunque, un caso che sia il lavoro il fondamento della Repubblica e non il reddito di cittadinanza, di cui tanto si parla e di cui molti ne fanno un uso propagandistico e demagogico. A meno che un reddito di cittadinanza non serva a realizzare in pieno un'effettiva cittadinanza in cui i cittadini si sentano responsabili del bene comune. Ciò significa che chi lo riceve dovrà dare in cambio un corrispondente ed equo numero di ore al servizio del bene collettivo (ad es. su un reddito di cittadinanza di 500 euro nette le ore da prestare non devono essere più di 13 settimanali), e tutti sappiamo quanto bisogno c'è nelle città di lavori di piccola manute

A Marco Pantani, che solo un complotto poteva fermarlo

Oggi è uscita la notizia di una intercettazione telefonica di elementi della camorra che avevano puntato ingenti somme sull'uscita di scena di Pantani dal giro d'Italia del 1999 facendolo risultare positivo al doping. Chi credeva nel Pirata ha sempre saputo, pur non avendo le prove (fino ad oggi) che qualcuno lo voleva fermare. Ripropongo oggi un mio articolo di diciotto anni fa. Ciao Campione! Rocca, n. 18, 15 settembre 1998 Vuoi la bicicletta? Pedala "Gli eroi moderni", era il titolo di copertina del n. 14 di Rocca. Titolo quanto mai attuale dopo che Marco Pantani ha vinto giro d'Italia e tour del France, come fece Fausto Coppi prima nel '49 e poi nel '52. Era da allora che un italiano non vinceva le due classiche nello stesso anno. "Il Pirata", come è stato ribattezzato il ciclista di Cesenatico, è sì un eroe moderno, ma che, fino a prova del contrario, ha vinto all'antica in uno sport in cui la tecnologia ha aggiunto poco ad

Stepchild adoption, tra ideologia e fatti concreti

Lo confesso: ho delle perplessità sull'adozione del figlio del partner per le coppie omosessuali. Cerco di spiegarmi. Se una persona ad un certo punto della propria vita prende consapevolezza della sua inclinazione sessuale, penso abbia messo in conto e ben ponderato il fatto che non potrà avere una prole propria, non potrà riprodursi. Avrà fatto una scelta dolorosa, certo, ma consapevole che questa strada gli è preclusa. Per lo meno in modo naturale. A meno che, appunto, non si ricorra a degli artifici oppure all'adozione di bambini resi adottabili dalla legge. Per restare al primo punto sugli artifici, in modo particolare per le coppie formate da due uomini, che volessero un figlio biologicamente proprio, si tratta di ricorrere evidentemente ad un utero in affitto. E qui si aprono degli indubbi problemi etici. Il primo è che potranno accedere a questo "diritto" solo quelle coppie benestanti che possono pagare una donna che porti in grembo un bambino per nove
Il 13 dicembre 1988 scoppia il “caso Fiat” grazie alla pubblicazione delle notizie della violazione dei diritti sindacali e dei lavoratori all’Alfa di Arese da parte della Fiat divenuta proprietaria del famoso marchio automobilistico. A darne per primi la notizia furono “il manifesto” e “l’Unità”. Nel mondo ancora per poco diviso in blocchi, un’altra guerra fredda si consuma dietro i cancelli della più grande e importante fabbrica italiana. Meno di un anno dopo, il 9 novembre 1989, infatti, iniziò l’abbattimento fisico della cortina di ferro che divideva l’Europa. Ma la guerra fredda dentro i cancelli delle fabbriche non è mai terminata. “Rappresentanza sindacale, rappresentanza politica e tutela del bene comune. Cgil e Pci nella Fiat degli anni ‘80”, edito da Festina Lente Edizioni ricostruisce i fatti di ventisette anni fa per offrire una chiave di lettura ancora attuale dei conflitti nei luoghi di lavoro. La ricostruzione di quei fatti alla Fiat offre uno spaccato concreto di
Walter Molinaro è un operaio di quinto livello al reparto innovazione del Portello. Laureando in architettura, fa richiesta per l’avanzamento di carriera nel ruolo di designer. Dopo vari colloqui con i responsabili dell’azienda, il 18 novembre 1988 incontra il direttore del personale degli enti tecnici il quale esplicita meglio quanto già gli altri, nei precedenti colloqui, avevano sostenuto: la tessera sindacale è “un limite oggettivo”. Per di più Molinaro è anche segretario della sezione aziendale del Pci. Una lucida e documentata analisi dei rapporti tra la maggiore azienda privata italiana e le rappresentanze sindacali e delle organizzazioni sindacali e i partiti politici attraverso la ricostruzione delle vicende che animarono quello che dai giornali dell’epoca fu definito il “caso Fiat”. http://www.festinalentestore.it/index.php?option=com_virtuemart&view=productdetails&virtuemart_product_id=104&virtuemart_category_id=23&Itemid=9999

La nostra ambigua Sinistra avulsa dalla realtà

Articolo apparso su www.ferraraitalia.it il 23 gennaio 2016 Esiste la sinistra italiana? Possibile? Forse in un’altra/Europa. Qui in Italia non risulta pervenuta. La vediamo sui giornali, in televisione nei talk show, sulle riviste patinate, ma non lì dove dovrebbe essere. Davanti le fabbriche, sempre più numerose quelle che chiudono, davanti gli uffici, le scuole, tra i senza tetto, i senza lavoro, i giovani. E se c’è è solo per le foto di rito. Sentiamo il suo vociare, i suoi comunicati stampa, sentiamo le dichiarazioni sempre contro qualcosa, la sentiamo, molto, perché è una sinistra ciarliera, e cialtrona. Eppure in Grecia e Spagna la sinistra avanza, stravince, perché non qui? Perché la sinistra o sa coniugare gli ideali con la prassi quotidiana oppure non è. Syriza in Grecia ha trionfato perché in questo ultimo decennio di crisi economica cha ha gettato letteralmente nella fame ampie fasce della popolazione ellenica, quel partito ha saputo stare concretamente accanto alle per