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Visualizzazione dei post da ottobre, 2009

Sateriale “spiato”. Da chi? E perché? Vorremmo saperlo!

Sabato scorso in occasione della presentazione di "Aldro", il libro di Francesca Boari, l'ex sindaco Gaetano Sateriale ha fatto delle affermazioni inquietanti riportate da due quotidiani locali, estense.com e il resto del Carlino, seppur con diverse sfumature. Da quanto riportato dalla stampa Sateriale non si sentiva libero di parlare del caso Aldrovandi addirittura nel suo ufficio o per telefono con i suoi più stretti collaboratori, e precisamente il vice sindaco. Sateriale non è persona da fare affermazioni così impegnative senza una base solida. Allora c'è da chiedersi: cosa faceva sentire Sateriale così insicuro persino nel suo ufficio e sulla sua linea telefonica? Perché preferiva parlare "fuori" (il resto del Carlino) con Tagliani o addirittura dovevano incontrarsi "in macchina per parlare liberamente" (estense.com)? È evidente che Sateriale "si sentiva spiato" (titolo di estense.com). Perché egli aveva questa sensazione? E chi lo s

Aldrovandi. Per i quattro imputati l’ipotesi di reato potrebbe essere di non sola colpa

La Corte d'Appello potrebbe rimettere in discussione l'ipotesi di reato di sola colpa da cui è partito il dibattimento di primo grado e la conseguente sentenza pronunciata dal giudice Francesco Maria Caruso per la morte di Federico Aldrovandi. La convinzione del giudice espressa nelle sue motivazioni alla sentenza è che "Assumere come ipotesi da verificare una colluttazione protrattasi per così lungo tempo (si riferisce alla frase pronunciata da uno degli imputati: "l'abbiamo bastonato di brutto per mezz'ora", ndr ) e conclusasi con la morte potrebbe anche rimettere in discussione l'inquadramento giuridico della condotta e la sua configurazione in termini di sola colpa". Un'indicazione, come già sostenuto sempre su queste pagine, che vale la pena ribadire e sottolineare a circa due settimane dal deposito delle motivazioni della sentenza di primo grado. L'eventuale ricorso in appello degli imputati, dunque, si configura tutto in salita per

Aldrovandi. Ora sì, giustizia è fatta

Ora sì, possiamo dirlo: finalmente giustizia è fatta. Il deposito delle motivazioni della sentenza di condanna, emessa a luglio scorso nei confronti di quattro agenti di polizia in servizio alla questura di Ferrara che il 25 settembre 2005 causarono la morte di Federico Aldrovandi, restituisce verità e giustizia, al di là della pena, alla famiglia di Federico in primo luogo e a tutta la città e alle istituzioni. Le motivazioni del giudice Francesco Maria Caruso (scaricabili in versione integrale dal sito della mamma di Federico http://federicoaldrovandi.blog.kataweb.it/ ) sono un’opera poderosa, 567 pagine di ricostruzione dei fatti e del dibattimento, scritte in tre mesi con una chiarezza narrativa, una limpidezza espositiva cristallina in un linguaggio accessibile a tutti e non solo agli addetti ai lavori azzeccagarbugli del diritto. Da questo punto di vista queste motivazioni sono una vera e propria pratica di democrazia nel momento in cui garantiscono pari opportunità di accesso in