Dichiaro subito da che parte sto per rispetto nei confronti di chi legge, cosa che dovrebbe fare chiunque si rivolga ad un pubblico piccolo o grande che sia: disprezzo la cultura berlusconiana che, temo, stia attecchendo in molte parti della cosiddetta sinistra. Basti pensare alle innumerevoli espressioni dei conflitti di interessi ai più svariati livelli di cui, in una certa misura e se saranno confermate le accuse, è stato vittima anche l'ormai ex sindaco di Bologna.
Detto questo, trovo indecoroso il piagnisteo del Pd sulla data delle elezioni di Bologna. Ma dico, cosa si aspettavano, che la maggioranza di governo corresse a varare un decreto per far votare i cittadini a marzo e togliere le castagne dal fuoco al Pd? Ma che favola è questa? È ovvio che il Pdl e i suoi alleati hanno tutto l'interesse a tenere sulla graticola il maggior partito di opposizione per un altro anno in una sfibrante e costante campagna elettorale, perché a botta calda il popolo del Pd confermerebbe la fiducia al partito, ma dopo un anno forse quel popolo potrebbe scegliere diversamente astenendosi. Come fu per Guazzaloca, il centrodestra spera si ripeta una fuga dai seggi del popolo di sinistra che premierebbe il suo candidato. Ed è su questo che contano Pdl e alleati perché sanno che in una realtà come Bologna non vincerebbero per la bontà dei programmi né tanto meno degli uomini proposti.
Certo, il fatto che il ministro dell'interno e la maggioranza attaccandosi ad un cavillo giuridico decida di lasciare una città come il capoluogo dell'Emilia Romagna in un limbo amministrativo è qualcosa di indecente e che non ha nulla a che fare con il rispetto delle istituzioni e della volontà popolare, ma non c'è altro da aspettarsi da chi usa il Parlamento per varare leggi ad personam, da chi chiude il Parlamento perché fa mancare proposte di legge su cui discutere che non siano quelle uscite dal consiglio dei ministri. Questa maggioranza, lo ha dimostrato ampiamente, usa il potere e le istituzioni per fini di lotta politica. Ma questa non è una novità, è insito nel suo Dna. Ed è per questo che il piagnisteo del Pd è tanto più indecoroso. È come se si aspettasse la carità da questa maggioranza.
Sconcertano anche le dichiarazioni arroganti dei segretari del Pd ai vari livelli con le loro facce da primi della classe, quando ciò che avrebbero dovuto fare all'indomani delle dimissioni di Delbono sarebbe stato innanzitutto di chiedere scusa e fare autocritica e subito dopo prendere ad esempio il primo cittadino e rassegnare anche le proprie dimissioni: dal segretario cittadino passando per quello provinciale finendo a quello regionale. Perché non ci si venga a raccontare che la scelta del candidato sindaco di una città come Bologna non passi dai vertici regionali.
Tutto sommato se il Pd fosse capace di questa autocritica quest'anno sabbatico potrebbe servirgli per avviare una riflessione seria al proprio interno in modo da arrivare alla prossima tornata elettorale persino più forte di prima e con organismi dirigenti rinnovati. Sarebbe un modo costruttivo per uscire dal piagnisteo, per rimboccarsi le maniche sul serio e prepararsi alla sfida. E non è detto che alla fine questo rinvio delle elezioni nuocerebbe al Pd. Ma temo che non farà nulla di tutto ciò e continuerà ad accusare la maggioranza di essere brutta e cattiva rimanendo ostaggio di uno schema costruito da altri. Proprio ciò che vuole il Pdl.
...magari gli fanno un favore al PD procrastinando sine die le elezioni. Chissà, se si votasse subito potrebbe esserci un tasso di assenteismo come quello che permise, a suo tempo, la vittoria di Guazzaloca. E, se di favore si tratta, cosa ne riceveranno in cambio dal PD? Commetto peccato a pensar male?
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