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Visualizzazione dei post da ottobre, 2013

A chi serve il voto palese su Berlusconi?

A chi serve veramente il voto palese in aula sulla decadenza di Berlusconi? Non credo serva, come vogliono farci credere, come atto di trasparenza. Credo piuttosto che il segretario del Pd l'abbia voluto per rinserrare le fila del suo partito perché sa benissimo che all'interno ci sono diverse anime, probabilmente la parte più consistente del partito, molte delle quali nell'ultimo ventennio hanno basato la propria identità sull'antiberlusconismo. Senza Berlusconi e la contrapposizione a lui non avrebbero ragione di esistere perché in tutti questi anni non sono state capaci di produrre una benché minima politica alternativa, un programma di governo serio e credibile diverso e altro rispetto a quanto imposto dal centro destra che non fosse soltanto la contrapposizione al leader del Pdl. Venuto meno Berlusconi dovrebbero mettersi a lavorare sul serio, ad elaborare un pensiero politico. Troppa fatica. Meglio avere un nemico su cui sparare. La sua vita politica è garanzia

Priebke fedele al nazismo fino alla morte

Ora che i riflettori su Priebke finalmente si stanno spegnendo è utile una riflessione su un passaggio del testamento "morale" del criminale nazista. Dice l'ufficiale tedesco che l'eccidio delle Fosse Ardeatine fu la risposta all'attentato della resistenza romana in via Rasella. Lo dice con una tale convinzione che è evidente che non solo è stato un assassino che ha "dovuto" obbedire ad un ordine, come ha più volte affermato. Ma nell'affermazione dell'eccidio come ritorsione c'è, implicita, la rivendicazione della legittimità dell'invasione tedesca dell'Italia, il che è ancora più grave. Se il rivendicare l'obbligo di obbedire ad un ordine poteva apparire una difesa, per quanto inaccettabile, un accenno di pentimento, affermare, invece, la legittimità della ritorsione ad una azione, questa sì legittima, dei patrioti che volevano liberare l'Italia, vuol dire rivendicare la bontà dei principi nazisti persino in p

16 ottobre 1943, la deportazione degli ebrei di Roma.

"Un aperto e umanissimo scrittore ha bollato la mostrusità delle leggi razziali, osservando che esse colpivano 'non le azioni responsabili delle creature umane, ma il delitto di essere nati '. E chi veramente con la morte espiò quel delitto, non è tornato a dirci se, nell'ora del supplizio, ne capì finalmente la colpa". Giacomo Debenedetti, 16 ottobre 1943, Sellerio editore.

Grillo ha gettato la maschera

Grillo ha gettato la maschera. Chi avesse ancora dei dubbi sulla demagogia del leader del M5S dovrà prenderne atto. “Se avessimo messo nel nostro programma l’abolizione del reato di clandestinità avremmo preso percentuali da prefisso telefonico”, ha ammesso candidamente, rimproverando i parlamentari che hanno votato a favore dell’abolizione di quel reato. Un’affermazione insieme grave e rivelatrice del suo modo di fare politica. Una politica non basata su convinzioni e valori fondanti, ma sull’inseguimento degli istinti e dei sentimenti più bassi delle persone. Una politica che parla alla pancia, che fa leva sulle paure, sui rancori, sulle frustrazioni. Una politica pericolosa per la tenuta sociale alla stessa stregua di quella berlusconiana o leghista. I vaffa day ne sono un esempio lampante. A ciascuno di noi verrebbe da urlare un sonoro vaffa all’indirizzo di questa classe politica e ne avremmo tutte le ragioni. Ed è proprio su questo che Grillo fa leva manipolando il malcontento