Passa ai contenuti principali

Voterò SI perché mi fido dei Costituenti del '45

L'aula del Senato
I sostenitori del NO alla riforma costituzionale sostengono che il Senato non elettivo limiterebbe quanto previsto dal secondo comma dell'art. 1 della Costituzione che recita: "La sovranità appartiene al popolo". Ciò che non dicono è che quel comma prosegue con un inciso: "che la esercita (la sovranità, ndr) nelle forme e nei limiti della Costituzione". Un'omissione non secondaria perché, invece, dà la misura precisa della lungimiranza dei padri Costituenti che avevano previsto la possibilità di una modifica nelle forme di esercizio della sovranità popolare. Se avessero voluto blindare la Carta fondamentale avrebbero scritto: "La sovranità appartiene al popolo, che la esercita con voto proporzionale nell'elezione dei componenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica". Inoltre, non è un caso che i Costituenti hanno inserito le modalità di espressione della sovranità popolare nella seconda parte della Costituzione, quella suscettibile di eventuali modifiche, e non nella prima parte dei principi fondamentali che sono immodificabili, come, appunto, l'art. 1. I Costituenti così hanno evitato di porre un'ipoteca sul futuro e sulla libertà di scelta delle forme democratiche delle future generazioni. Cosa che NON HANNO VOLUTO fare scientemente. Quella non fu una dimenticanza o una leggerezza, ma un atto d'amore e di fiducia nei confronti dei figli e dei nipoti che avrebbero così potuto scegliersi le forme di espressione della propria sovranità.
Detto questo, però, altro discorso è quello sulla legge elettorale (per altro non oggetto di referendum). Per sgomberare il campo da qualsiasi dubbio dico subito che per me l'Italicum così come si profila con il premio di maggioranza somiglia molto alla legge truffa degli anni '50 e  occorre modificarlo. Ma questa è un'altra partita politica.
Resta il fatto che anche se la legge elettorale in vigore dovesse, per ipotesi, restare invariata, il Senato così come uscirebbe ridisegnato in caso di vittoria del SI sarebbe comunque espressione della sovranità popolare. O vogliamo dire che i sindaci e i consiglieri regionali che ne faranno parte non sono espressione di quella sovranità o lo sono meno degli attuali senatori? Vogliamo dire, come fanno soprattutto quelli del M5S, che consiglieri regionali e sindaci sono per definizione corrotti? Un'offesa nei confronti dei tanti amministratori capaci e onesti sparsi per l'Italia, alcuni persino appartenenti allo stesso movimento. La politica fatta per luoghi comuni è la peggiore politica che si possa esprimere, quando si sa benissimo quanti corrotti e corruttori impuniti siedono ORA in Parlamento e quanto importante sia come eleggere le Camere. La partita si gioca, dunque, sulla legge elettorale, come anche il voto negli USA dimostra ancora una volta di più. E bene ha fatto Cuperlo a spostare il centro della battaglia politica dal referendum alla legge elettorale, perché è lì che si gioca la partita vera. O volete dirmi che quando abbiamo votato alle passate politiche abbiamo potuto scegliere i candidati da mandare in Senato? Un'evidente falsità! 
Cuperlo ha il merito di diradare le nebbie della cortina fumogena alzata sul referendum per concentrare le luci sulla vera partita che è, appunto, la legge elettorale dalla quale qualcuno, probabilmente, aveva interesse a distrarci.
Quindi, pur non essendo la riforma che avrei voluto né la migliore riforma possibile, voterò SI perché mi fido dei Costituenti del '46, della loro lungimiranza e della libertà che ci hanno lasciato nello sceglierci le forme della nostra sovranità, e non mi sembra che la riforma proposta stravolga la democrazia parlamentare. Ma voterò SI anche perché non mi fido dei neo paladini della Costituzione, coloro che con il loro silenzio, o peggio, il loro consenso, la Costituzione l'hanno modificata e mortificata nella carne della società con l'approvazione nel 2012 della legge Costituzionale sull'obbligo del pareggio di bilancio. Una modifica sostanziale che ha rotto il patto di solidarietà tra le classi sociali di cui lo Stato si faceva garante e mediatore attraverso il bilancio pubblico. Una legge che è alla base della macelleria sociale con il taglio dei servizi alla persona (sanità, servizi sociali, trasporti pubblici, scuola, ecc.) a cui stiamo assistendo in questi anni. Una legge contro la quale non fu dichiarata nemmeno un'ora di sciopero generale dagli attuali paladini della Carta fondamentale folgorati sulla via di Damasco. Ecco, di chi scopre ora l'importanza della Costituzione mi fido come di chi ti invita ad infilare la testa in un cappio.

Commenti

Post popolari in questo blog

Il genocidio

A trentacinque anni di distanza credo valga la pena rileggere questo intervento che Pasolini tenne alla festa de l'Unità di Milano nel 1974 e pubblicato all'epoca da Rinascita . È di un'attualità impressionante. Si parla di genocidio dei valori, di crisi economica, di incapacità a distinguere "sviluppo" da "progresso" (quanto di più attuale quando tutti, anche a sinistra, ormai parlano solo di sviluppo e trascurano il progresso, tranne che nel dirsi progressisti a parole), del ritorno sinistro di valori propri della destra nazista.   Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari, Garzanti 1981, pag. 277.   Vorrete scusare qualche mia imprecisione o incertezza terminologica. La materia – si è premesso – non è letteraria, e disgrazia o fortuna vuole che io sia un letterato, e che perciò non possegga soprattutto linguisticamente i termini per trattarla. E ancora una premessa: ciò che dirò non è frutto di un'esperienza politica nel senso specifico, e per così di

Ode all'ape

Ode all'ape Moltitudine di api! Entra ed esce dal carminio, dall'azzurro, dal giallo, dalla più tenera morbidezza del mondo: entra in una corolla precipitosamente, per affari, esce con un vestito d'oro e gli stivali gialli. perfetta dalla cintura, con l'addome rigato da sbarre scure, la testolina sempre pensierosa e le ali bagnate: entra in tutte le finestre odorose, apre le porte della seta, penetra nei talami dell'amore più fragrante, inciampa in una goccia di rugiada come in un diamante e da tutte le case che visita estrae il miele misterioso, ricco e pesante miele, spesso aroma, liquida luce che cade a goccioloni, finché al suo palazzo collettivo ritorna e nelle gotiche merlature deposita il prodotto del fiore e del volo, il sole nuziale serafico e segreto! Moltitudine d'api! Elevazione sacra dell'unità, collegio palpitante! Ronzano sonori numeri che lavorano il nettare, passano veloc

Israele-Palestina: un solo Stato per due popoli

Nel 2023 ha ancora senso pensare in termini di stati su base etnico-religiosa? Ha senso incaponirsi su uno stato per gli ebrei e uno per i palestinesi? Non ci si rende conto che sono proprio gli stati e i confini che creano le guerre? Non avrebbe più senso che ebrei e palestinesi vivessero insieme in pace come fratelli sulla stessa terra dei padri in un unico stato? Sono un sognatore? Forse! Ma sono in compagnia di chi diceva I have a dream. E la sinistra  invece di fare manifestazioni pro stato palestinese dovrebbe avere un orizzonte più ampio perché a questo servono le utopie: ad avere uno sguardo lungo che permetta di costruire un cammino. Senza cadere nella trappola  degli  opposti estremismi che si sostengono a vicenda. Hamas ha bisogno di Netanyahu e Netanyahu ha bisogno di Hamas. In mezzo, come ostaggi, i due popoli. Occorre sottrarsi a questo schema, che non vuol dire essere neutrali, ma sottrarsi alle tifoserie degli opposti estremismi. Rivendicare uno stato per gli ebrei e un