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L'aula del Senato |
I sostenitori del NO alla riforma costituzionale sostengono che il Senato non elettivo limiterebbe quanto previsto dal secondo comma dell'art. 1 della Costituzione che recita: "La sovranità appartiene al popolo". Ciò che non dicono è che quel comma prosegue con un inciso: "che la esercita (la sovranità, ndr) nelle forme e nei limiti della Costituzione". Un'omissione non secondaria perché, invece, dà la misura precisa della lungimiranza dei padri Costituenti che avevano previsto la possibilità di una modifica nelle forme di esercizio della sovranità popolare. Se avessero voluto blindare la Carta fondamentale avrebbero scritto: "La sovranità appartiene al popolo, che la esercita con voto proporzionale nell'elezione dei componenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica". Inoltre, non è un caso che i Costituenti hanno inserito le modalità di espressione della sovranità popolare nella seconda parte della Costituzione, quella suscettibile di eventuali modifiche, e non nella prima parte dei principi fondamentali che sono immodificabili, come, appunto, l'art. 1. I Costituenti così hanno evitato di porre un'ipoteca sul futuro e sulla libertà di scelta delle forme democratiche delle future generazioni. Cosa che NON HANNO VOLUTO fare scientemente. Quella non fu una dimenticanza o una leggerezza, ma un atto d'amore e di fiducia nei confronti dei figli e dei nipoti che avrebbero così potuto scegliersi le forme di espressione della propria sovranità.
Detto questo, però, altro discorso è quello sulla legge elettorale (per altro non oggetto di referendum). Per sgomberare il campo da qualsiasi dubbio dico subito che per me l'Italicum così come si profila con il premio di maggioranza somiglia molto alla legge truffa degli anni '50 e occorre modificarlo. Ma questa è un'altra partita politica.
Detto questo, però, altro discorso è quello sulla legge elettorale (per altro non oggetto di referendum). Per sgomberare il campo da qualsiasi dubbio dico subito che per me l'Italicum così come si profila con il premio di maggioranza somiglia molto alla legge truffa degli anni '50 e occorre modificarlo. Ma questa è un'altra partita politica.
Resta il fatto che anche se la legge elettorale in vigore dovesse, per ipotesi, restare invariata, il Senato così come uscirebbe ridisegnato in caso di vittoria del SI sarebbe comunque espressione della sovranità popolare. O vogliamo dire che i sindaci e i consiglieri regionali che ne faranno parte non sono espressione di quella sovranità o lo sono meno degli attuali senatori? Vogliamo dire, come fanno soprattutto quelli del M5S, che consiglieri regionali e sindaci sono per definizione corrotti? Un'offesa nei confronti dei tanti amministratori capaci e onesti sparsi per l'Italia, alcuni persino appartenenti allo stesso movimento. La politica fatta per luoghi comuni è la peggiore politica che si possa esprimere, quando si sa benissimo quanti corrotti e corruttori impuniti siedono ORA in Parlamento e quanto importante sia come eleggere le Camere. La partita si gioca, dunque, sulla legge elettorale, come anche il voto negli USA dimostra ancora una volta di più. E bene ha fatto Cuperlo a spostare il centro della battaglia politica dal referendum alla legge elettorale, perché è lì che si gioca la partita vera. O volete dirmi che quando abbiamo votato alle passate politiche abbiamo potuto scegliere i candidati da mandare in Senato? Un'evidente falsità!
Cuperlo ha il merito di diradare le nebbie della cortina fumogena alzata sul referendum per concentrare le luci sulla vera partita che è, appunto, la legge elettorale dalla quale qualcuno, probabilmente, aveva interesse a distrarci.
Quindi, pur non essendo la riforma che avrei voluto né la migliore riforma possibile, voterò SI perché mi fido dei Costituenti del '46, della loro lungimiranza e della libertà che ci hanno lasciato nello sceglierci le forme della nostra sovranità, e non mi sembra che la riforma proposta stravolga la democrazia parlamentare. Ma voterò SI anche perché non mi fido dei neo paladini della Costituzione, coloro che con il loro silenzio, o peggio, il loro consenso, la Costituzione l'hanno modificata e mortificata nella carne della società con l'approvazione nel 2012 della legge Costituzionale sull'obbligo del pareggio di bilancio. Una modifica sostanziale che ha rotto il patto di solidarietà tra le classi sociali di cui lo Stato si faceva garante e mediatore attraverso il bilancio pubblico. Una legge che è alla base della macelleria sociale con il taglio dei servizi alla persona (sanità, servizi sociali, trasporti pubblici, scuola, ecc.) a cui stiamo assistendo in questi anni. Una legge contro la quale non fu dichiarata nemmeno un'ora di sciopero generale dagli attuali paladini della Carta fondamentale folgorati sulla via di Damasco. Ecco, di chi scopre ora l'importanza della Costituzione mi fido come di chi ti invita ad infilare la testa in un cappio.
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