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Finiani, benvenuti nel paese reale

Sembra che l'incantesimo sia finito e i finiani improvvisamente si siano svegliati, a differenza di Alice nel paese delle meraviglie dove finora sono stati, nel paese reale. Benvenuti tra noi. A rivelare questo risveglio è il significativo editoriale del direttore del Secolo d'Italia, Flavia Perina, di venerdì 30 aprile. Il titolo è quanto di più presbite potrebbe esserci perché recita: "Il maccartismo dei liberali togliattiani", quando avrebbe potuto titolare: "Il maccartismo dei liberali mussoliniani" e sarebbe stato più aderente ai personaggi e alla storia a cui per tanta parte gli eredi del Msi si sono richiamati. Anche perché maccartismo e togliattismo mal si conciliano, è una contraddizione in termini. Ma tant'è. L'editoriale è dedicato alle dimissioni di Italo Bocchino da vice capogruppo del Pdl alla Camera. Ci sono alcuni passaggi di Perina significativi perché danno uno spaccato visto dall'interno, e per questo ancor più interessante i...

NASCE A FIRENZE LA RETE DEL COHOUSING

INSIEME LE ASSOCIAZIONI DI BASE PER UNA COMUNITA' SOLIDALE E LA SOSTENIBILITA' Apartitica, senza scopo di lucro vuole interfacciarsi con Enti locali, Regioni, progettisti, costruttori, giuristi, realtà locali. Firenze- Oltre venti associazioni e operatori si sono ritrovati a Firenze (nei giorni scorsi, ndr) per dar vita alla prima rete di cohousing nata dal basso, individuando obiettivi di riferimento. Ottanta invitati hanno partecipato all'incontro presso la sede della Provincia. Esperienze diverse e da tutta Italia; hanno lavorato per un'intera giornata, la mattina, dibattito e approvazione del Manifesto e, il pomeriggio, organizzazione in gruppi per approfondimenti. E' nato un organismo libero, aperto, apartitico, senza scopo di lucro. Il cohousing (vedi articolo su questo blog del 15 luglio 2009, ndr ) coniuga due esigenze: socialità e privacy. "Il cohousing è una modalità residenziale costituita da unità abitative private e spazi e servizi comuni ed è...

Non sono un pacifista, ma sto con Emergency

Non sono un pacifista, ma sto con Emergency. Una posizione apparentemente contraddittoria, ma credo abbia legittimità di cittadinanza anche tra quanti stanno con l'organizzazione di Gino Strada senza se e senza ma. Si tratta di capirsi sul termine pacifista e cercherò di spiegarmi. Ritengo ci siano guerre che sia necessario e giusto combattere e nel fare questa affermazione non penso certo alle guerre degli eserciti e degli stati, penso alle guerre di liberazione dei popoli, come fu la nostra Resistenza, come furono le guerre di liberazione dal colonialismo in Africa negli anni Sessanta e Settanta, come fu la rivoluzione cubana e quelle tentate dal Che nell'America del sud, come fu la lotta Sandinista in Nicaragua negli anni Ottanta. In questa accezione non sono un pacifista. Se invece per pacifismo si intende un impegno civile costante e quotidiano affinché le guerre non siano più necessarie, affinché l'oppressione dell'uomo sull'uomo non abbia diritto di cittadina...

Il nuovo obiettivo dell’economia. La felicità sociale

Rocca, n. 7, 1 aprile 2010, pag 22 "Per uscire dalla crisi bisogna tornare a darsi degli obiettivi di giustizia sociale e felicità perché la ricchezza di una nazione è la dignità del lavoro. Senza tutto ciò la finanza continuerà la sua corsa speculativa di bolla in bolla pronta ad esplodere periodicamente". A parlare non è un sindacalista o un estremista extraparlamentare, ma un economista "un po' anomalo" come egli stesso si definisce. Patrizio Bianchi, rettore dell'Università di Ferrara, allievo di Nino Andreatta all'Università di Bologna e di Romano Prodi con il quale si laureò nel 1976 con una tesi sul sistema di partecipazioni statali. Fu proprio Prodi a volerlo nel 1997 nel consiglio di amministrazione dell'Iri con l'incarico si seguire la privatizzazione delle imprese pubbliche italiane e poi nel 1999 a nominarlo presidente di Sviluppo Italia, l'Agenzia incaricata di attrarre investimenti nel Mezzogiorno. Nel 1982 fu tra i fondatori di...

La semina dell’odio

La Cassazione ha deciso la linea dura contro gli immigrati con una sentenza in base alla quale gli irregolari vanno espulsi anche se hanno figli minori che frequentano le nostre scuole e sono nati in Italia. Ora, al di là del merito giuridico della sentenza (si sa il diritto è come un elastico, lo si può tirare a piacimento, tanto che una precedente sentenza sempre della Cassazione del gennaio scorso aveva sancito giusto il contrario), resta un fatto squisitamente sociale e politico. Proviamo ad immaginare un ragazzino che frequenti le nostre scuole dell'obbligo, proviamo ad immaginare se ad uno dei nostri figli di punto in bianco venisse sottratto per legge il proprio padre e rispedito a migliaia di chilometri di distanza senza alcuna certezza che potrà mai ritornare e che quel bambino possa rivederlo, mentre quel bambino è nato, cresciuto, ha stabilito relazioni affettive, si è legato ai luoghi del nostro paese. Con che conflitto interiore, con che dramma e che tensione potrà aff...

Aldrovandi. Depistaggi e negazione del diritto

Un altro giudice, il Gup Monica Bighetti, dunque diverso da quello del processo principale sulla morte di Federico Aldrovandi, venerdì 5 marzo ha confermato che ci fu favoreggiamento e omissione d'atti d'ufficio con la sentenza di condanna per tre poliziotti (Paolo Marino, Marco Pirani e Marcello Bulgarelli). Per il quarto Luca Casoni, rinviato a giudizio per non aver scelto il rito abbreviato, al momento il giudizio è sospeso. In una parola ci fu depistaggio delle indagini, come già era emerso nel corso del dibattimento del processo di primo grado agli autori materiali della morte di Federico e come è chiaramente scritto nelle motivazioni della sentenza del giudice Francesco Maria Caruso. Depistaggio sulla morte di un ragazzo di 18 anni per puro spirito di corpo. E' agghiacciante pensare che altri funzionari di polizia, come ho già avuto modo di scrivere su questo blog, lontano dall'immediatezza dei fatti e nel chiuso dei loro uffici, dunque a mente fredda, abbiano mes...

La fogna mediatica

"Fogna mediatica" per definire il diritto-dovere di giornali e Tv di informare non si era ancora sentito. Forse solo Berlusconi finora si era spinto a tanto nelle sue innumerevoli esternazioni contro la stampa rea di divulgare notizie sacrosante sui processi pendenti e le inchieste su di lui. Eppure queste parole sono state pronunciate da un magistrato, il procuratore capo della Repubblica di Ferrara, Rosario Minna, a margine di un'udienza preliminare per il processo Aldrovandi bis in cui è stata chiamata a testimoniare la pm Mariamanuela Guerra titolare della prima fase delle indagini sulla morte di Federico. Riferiscono le cronache che è piombato in aula all'insaputa di tutti (anche del sostituto titolare dell'inchiesta, Nicola Proto) per contestare al gup Monica Bighetti la decisione di convocare la Guerra per testimoniare della telefonata intercorsa tra lei e il dirigente delle volanti Paolo Marino di cui si dovrà decidere il rinvio a giudizio o meno per omiss...