Sul 25 aprile è ormai già stato detto tutto. Eppure sembra proprio che non sia bastato, che l'esserci tante volte ripetuta l'importanza di quella data non abbia sedimentato nelle coscienze la reale importanza di quella liberazione che trovò sintesi nella Costituzione. La nostra Carta fondamentale forgiata col sangue e col fuoco nella lotta di liberazione l'abbiamo affidata nelle mani di gente senza scrupoli, stupratori seriali che l'hanno violentata. Ma di quegli stupratori siamo stati complici con i nostri tanti silenzi, le nostre indifferenze, il nostro qualunquismo, "tanto sono tutti uguali". Hanno violentato la NOSTRA Costituzione, hanno inserito la brutalità del pareggio di bilancio per far contente le banche su cui ormai si fonda il debito degli stati, tanto per citare l'ultimo e più recente sfregio che è anche un massacro dei più deboli. Ora vogliono restringere la democrazia, la partecipazione e la rappresentanza eliminando il Senato, "tanto è inutile". Come se le garanzie Costituzionali fossero un orpello, lacci e lacciuoli di cui liberarsi per procedere spediti verso la difesa degli interessi dei più forti. Un disegno che Licio Gelli ora sta per vedere realizzato. E noi, ancora una volta, silenti e complici perché ci hanno bombardato il cervello di quanto brutta sporca e cattiva sia la classe politica ed è bene ridurne la consistenza numerica, senza considerare che così si restringono i margini della democrazia. Riprendiamoci la NOSTRA Costituzione e che questo 25 aprile non sia solo una data commemorativa di un evento lontano, ma la data di una nuova Resistenza.
Nel 2023 ha ancora senso pensare in termini di stati su base etnico-religiosa? Ha senso incaponirsi su uno stato per gli ebrei e uno per i palestinesi? Non ci si rende conto che sono proprio gli stati e i confini che creano le guerre? Non avrebbe più senso che ebrei e palestinesi vivessero insieme in pace come fratelli sulla stessa terra dei padri in un unico stato? Sono un sognatore? Forse! Ma sono in compagnia di chi diceva I have a dream. E la sinistra invece di fare manifestazioni pro stato palestinese dovrebbe avere un orizzonte più ampio perché a questo servono le utopie: ad avere uno sguardo lungo che permetta di costruire un cammino. Senza cadere nella trappola degli opposti estremismi che si sostengono a vicenda. Hamas ha bisogno di Netanyahu e Netanyahu ha bisogno di Hamas. In mezzo, come ostaggi, i due popoli. Occorre sottrarsi a questo schema, che non vuol dire essere neutrali, ma sottrarsi alle tifoserie degli opposti estremismi. Rivendicare uno stato per ...
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