"Lei conosce bene gli Shama. Crudeli e atei, con le loro pitture di guerra, i loro sfrenati costumi sessuali, le loro malattie contagiose. Da anni la loro guerra fratricida è affettuosamente seguita dai nostri organi di informazione. Guardando i loro massacri si dimenticano tutte le altre guerre. Tutte le guerre sembrano ragionevoli, se confrontate alle atrocità della guerra Shama. Sparandosi feti incendiati, torturandosi con gas chimici, avvelenando hamburger, acquedotti, plasmon, gli Shama rendono giustizia alle nostre puntuali operazioni di polizia, alle nostre doverose repressioni, alle nostre sacrosante rappresaglie. Guardando una nostra nobile parata militare, possiamo pensare che queste siano le stesse armi usate nella guerra Shama? No, certamente.
Vuole sapere la verità, dottore?
La guerra nel paese degli Shama iniziò vent'anni fa, quando fu scoperta la papara. La papara è un albero masticando la cui corteccia gli Shama sono immuni da infarti, hanno grande potenza sessuale e vivono in media fino a centoventi anni. Essendo il presidente degli Shama riluttante a vendere le piantagioni di papara, il nostro paese pensò bene di armare i suoi oppositori. A sua volta il presidente fu armato da un altro paese. Trentasei paesi intervennero nella gara di aiuti militari alle fazioni Shama. All'inizio della guerra c'erano tre carri armati e mezzo per abitante. La guerra durò due settimane. Non sopravvisse neanche uno Shama. La papara si rivelò un fallimento.
Quando era già pronto il lancio per "il cibo più ecologico della terra" si scoprì che per ottenere i benefici effetti bisognava mangiarne cinque chili al giorno. Questo per gli Shama non costituiva un problema, essendo la papara il loro unico cibo. Ma per un civile consumatore occidentale era impossibile, essendo la papara un misto tra una carta assorbene e un baccalà, con vago sapore di fecaloma. Centinaia di tonnellate di papara marcirono nei magazzini. Ma sorse un problema ancora più urgente. Come sostituire le crudeli immagini della guerra Shama, che tanto benefico ribrezzo avevano suscitato negli spettatori? Come rinunciare a frasi ormai entrate nel gergo corrente tipo "Non siamo mica Shama" o "Non comportarti da Shama"? Semplice.
La guerra fu prolungata con un componimento di realtà. Al materiale di repertorio vennero aggiunte scene filmate in studio. Un'équipe di sceneggiatori militari curò le varie puntate. Da quattro anni la guerra è sempre più frenetica e crudele. Ma non esiste. La inventiamo noi ogni giorno. Esistono molte guerre vere, sulle quali possiamo benissimo sorvolare. La guerra Shama, invece, deve continuare, e la prossima puntata, come lei dice, è l'invasione delle nostre città da parte dei sanguinari Shama. Attentati, sabotaggi, omicidi. Tutto nel mio cassetto. Prossimamente sul vostro schermo".
Stefano Benni, Baol, Feltrinelli, 1992. Pagg. 65-66
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