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"Non ci sono vie per la pace, la pace è la via"

Per la prima volta questo blog ospita una riflessione di un autore che non sia del curatore di questo diario personale.  di Daniele Borgatti L'articolo del manifesto (La civiltà del ginocchio sul collo, martedì 2 giugno, ndr ) pur esprimendo un punto di vista in gran parte condivisibile, mi sembra che lasci un po' troppo spazio alla comprensione della violenza, come se non fosse ormai chiaro che sia proprio ciò che autorizza i regimi conclamati o meno, a zittire queste sacrosante proteste. I saccheggiatori e i distruttori che attaccano i simboli del capitalismo, che di fatto danneggiano ciò che interessa di più ai ricchi potenti (altro che i diritti umani), appagano spesso un desiderio di rivalsa ma, dopo Gandhi e Martin Luther King, ha ancora senso  seguire una scorciatoia che non porta da nessuna parte e che anzi danneggia la protesta pacifica della maggioranza di chi scende in piazza? Anziché seguire la strada maestra della non violenza, lotta che richiede più forza spiritu...

I tagli alla sanità hanno lasciato la popolazione priva di protezione

Ci si chiede come mai gli ospedali non hanno retto all’urto dell’epidemia Covid-19. Una risposta la dà la Corte dei conti, organo di rilevanza Costituzionale, dunque fonte quanto mai attendibile: i tagli alla sanità che si sono susseguiti negli anni hanno determinato “una sostanziale debolezza della rete territoriale”, secondo quanto riportato da “Il fatto quotidiano” di domenica 31 maggio. Rete territoriale che non è costituita solo dagli ospedali, molti dei quali, soprattutto quelli più piccoli, sono stati chiusi, ma anche dalla medicina di base e persino dalle guardie mediche che hanno seguito tutti lo stesso destino di tagli, da 45.437 a 43.731 per i medici di famiglia e da 12.027 a 11.688 per le guardie mediche. E mentre le famiglie per curarsi tra il 2012 e il 2018 spendevano un +14.1% la sanità pubblica investiva solo il 4.5. Nello stesso periodo i posti letto sono scesi da 230.396 a 210.907, circa di 20mila in meno. Nel frattempo il personale sanitario a sua volta subiva un tag...

Il coronavirus ha spazzato via il movimento di Greta Thunberg. E c'è chi si sfrega le mani

C'è un aspetto in questo periodo di lockdown su cui è calato il silenzio, credo in modo interessato, ed è il movimento internazionale dei giovani contro il cambiamento climatico. La novità in assoluto più importante e positiva dello scorso anno e dei primi mesi di quest'anno che ha portato in piazza come protagonisti attivi della vita politica milioni di giovani in tutto il mondo. Giovani che chiedevano rispetto per l'ambiente, per se stessi e per il loro futuro minacciato da un'economia predatoria il cui orizzonte si limita all'oggi, alla massimizzazione dei profitti nel più breve tempo possibile. Ed è proprio ciò che i giovani hanno deciso di mettere in discussione. Ecco perché nessuno ha voluto ricordare che uno degli effetti del coronavirus è stato anche quello di spazzare via , si spera solo momentaneamente,  questo movimento internazionale che mette in discussione i fondamenti di un sistema economico che è all'origine anche di quanto sta accadendo con la p...

Tamponi ai calciatori e lavoratori carne da macello

Da oggi i calciatori riprendono gli allenamenti seppur in forma individuale e subito vengono sottoposti al tampone per verificarne l'eventuale positività al covid-19. Sacrosanto! Peccato che la stessa cosa non si faccia per quelle migliaia di lavoratori che da oggi hanno ripreso a lavorare e per tutti quelli che non hanno mai smesso nei settori considerati essenziali. Da una parte pochi privilegiati, dall'altra una moltitudine che vive in appartamenti normali, che è costretta ad usare i mezzi pubblici e a spostarsi per le città per soddisfare i propri bisogni primari di vivere. Non si è ancora capito se questa sciatteria nell'effettuare i tamponi sia dovuta al fatto che mancano i reagenti, che i laboratori non ce la farebbero a reggere l'urto di migliaia di diagnosi da fare, o se è un problema di costi che vanno contenuti evitando di fare gli accertamenti. Quando si rivolge questa domanda agli esperti le risposte sono sempre sfuggenti. Fateci caso. In una regione co...

Dalla pandemia usciremo esattamente come ci siamo entrati

Dunque il 4 maggio ci sarà una prima ripresa di alcune attività. Era ora! Non si poteva continuare con un blocco totale delle attività, altrimenti se non ci ammazza il virus rischiano di ammazzarci le tensioni sociali causate dalla perdita di occupazione per milioni di lavoratori. Sembra però che questo virus, purtroppo, non ci abbia insegnato niente. All'inizio della quarantena  eravamo tutti fiduciosi che ne saremmo usciti migliori. Invece... Invece, si ripropongono le stesse logiche di sempre che mettono al primo posto il profitto e solo dopo la salute dei lavoratori, anzi ritorna il classico ricatto lavoro contro salute. Nonostante i sindacati siano stati baciati dal miracolo di tornare a contare qualcosa nella contrattazione col governo dopo un lungo periodo di oblio. Eppure, neanche a loro quell'oblio è servito per aprire gli occhi. Una condizione sola dovevano porre, oltre a quelle scontate delle norme igieniche sulle quali hanno sfondato una porta aperta, ed era quel...

Il #coronavirus e il rischio di una deriva tecnocratica

Mario Monti, esempio di un governo tecnocratico La vicenda del coronavirus segna la rivincita della scienza sulla politica. Per anni negletta e sottoposta a tagli nei finanziamenti per far quadrare i bilanci pubblici, ma anche privati (si pensi che le più recenti innovazioni tecnologiche non sono nate in Italia dopo che nel mondo siamo stati i primi a concepire un computer, si veda la storia di Adriano Olivetti) ora sembra assurgere al ruolo di oracolo dalle cui labbra pende la politica. Se la scienza dice che non si può ancora uscire di casa, che non si possono riaprire le attività chiuse, la politica prontamente si allinea con provvedimenti che traducono in norme vincolanti le indicazioni della scienza stessa. Cede, insomma, la propria sovranità decisoria per cui è delegata dai cittadini attraverso il suffragio universale, ad una categoria ristretta di persone che hanno un accesso esclusivo alle conoscenze. Sulla scienza si può e si deve operare una vigilanza democratica tenendo ...

E se il coronavirus fosse la nuova mal-aria?

E se il coronavirus fosse una nuova forma di mal-aria? Pensiamoci. Ha colpito prima la Cina, una delle zone geografiche più inquinate da CO2 e polveri fini, dove la nebbia é fatta prevalentemente da una coltre di polveri. Poi, in Europa, ha colpito le aree della pianura padana che sono le più inquinate d'Europa per la morfologia del territorio. E qui le nebbie ci sono eccome per di più in combinazione con gli alti livelli di PM10 e PM 0.5. Ora si sta spostando negli USA, altra area a forte industrializzazione e consumo di carburanti fossili. E cosa va a colpire questo virus? Proprio l'apparato respiratorio. E poi ci sono altre coincidenze. La malaria vera e propria comparve guarda caso in Cina intorno al 2700 a.C. per poi spostarsi, guarda un po', proprio in Italia dove però fu ostacolata dai Romani e dalle loro opere di bonifica dei terreni per poi ricomparire intorno al V sec. d.C. con la caduta dell'Impero romano d'Occidente, fino al Medioevo quando ripreso le...