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Enrico Berlinguer davanti i cancelli della Fiat (foto Ansa) |
Una data storica della sconfitta della sinistra è il 1980 con i 35 giorni di sciopero alla Fiat dove la Cgil di Lama e il Pci di Berlinguer subirono un durissimo colpo da cui né il sindacato confederale, e non solo la Cgil, né il Pci si ripresero più. Quello fu anche, insieme alla sconfitta, lo spartiacque di un mutamento culturale e di un cambio di pelle dell'intero paese. Il modello Romiiti di relazioni industriali, per intenderci, sarebbe stato destinato a fare scuola nei decenni successivi. Il sindacato si accontentò nella fabbriche di parlare di codeterminazione, di condivisione degli obiettivi aziendali, in alcuni casi si parlò di cogestione. La qualità totale divenne il nuovo idolo nelle fabbriche. I tempi di produzione da allora sono stati sempre più saturati, che vuol dire meno pause e ritmi più veloci. Resta una domanda cocente perché riguarda l'identità stessa di una parte importante della sinistra come il Pd: come mai un Renzi ha potuto diventare segretario del maggior partito della sinistra? Domanda che fa il paio con l'altra: come mai per vent'anni Berlusconi e il berlusconismo, come portato culturale, sono stati egemoni (e lo sono ancora per lo meno per l'aspetto culturale)? Basta la sconfitta del 1980 a spiegare tutto ciò? Oppure i dirigenti sindacali e del partito hanno condiviso l'idea che il capitalismo fosse non solo l'unico orizzonte possibile, ma l'unico margine di manovra fosse quello di co-partecipare insieme al capitale alla produzione del profitto? Con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Mi comando come possa conciliarsi la qualità totale con meno pause, ritmi più serrati, stipendi da fame.
RispondiEliminaGià, bisognerebbe chiederlo ad alcuni sindacalisti.
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