Su Bersani e il suo essere una persona per bene ho una testimonianza personale. Vent'anni fa ero un giovane praticante della scuola di giornalismo di Bologna. Andavamo ad esercitarci in Regione a seguire i lavori della giunta di cui lui era Presidente. Ebbene, lui parlava anche con noi, che non eravamo nessuno nel campo dell'informazione e non potevamo essergli utili in alcun modo, ma la sua umanità è tale da guardare le persone che ha di fronte. Il suo successore, un socialista di cui non ricordo il nome e che diventò segretario nazionale di quel partito, invece, nemmeno ci guardava in faccia. Auguri Bersani!
Nel 2023 ha ancora senso pensare in termini di stati su base etnico-religiosa? Ha senso incaponirsi su uno stato per gli ebrei e uno per i palestinesi? Non ci si rende conto che sono proprio gli stati e i confini che creano le guerre? Non avrebbe più senso che ebrei e palestinesi vivessero insieme in pace come fratelli sulla stessa terra dei padri in un unico stato? Sono un sognatore? Forse! Ma sono in compagnia di chi diceva I have a dream. E la sinistra invece di fare manifestazioni pro stato palestinese dovrebbe avere un orizzonte più ampio perché a questo servono le utopie: ad avere uno sguardo lungo che permetta di costruire un cammino. Senza cadere nella trappola degli opposti estremismi che si sostengono a vicenda. Hamas ha bisogno di Netanyahu e Netanyahu ha bisogno di Hamas. In mezzo, come ostaggi, i due popoli. Occorre sottrarsi a questo schema, che non vuol dire essere neutrali, ma sottrarsi alle tifoserie degli opposti estremismi. Rivendicare uno stato per ...
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