Passa ai contenuti principali

Tutela degli ulivi tra interessi economici e Costituzione


Le forme scultoree di un ulivo secolare. Grottaglie (TA), luglio 2005


Gli ulivi sono il paesaggio della ‪Puglia‬, la sua identità costitutiva. Eradicarli significa ferire a morte quell'identità.
Non ho le competenze tecniche per dire quali siano le soluzioni all'attacco della mosca killer. A parlare, per me, sono le ragioni del cuore, di cui pure bisogna tener conto se non si vuole ridurre tutto ad economia. Ma se proprio ce ne vogliamo infischiare delle ragioni del cuore, a venirci in soccorso c'è la nostra Costituzione che tra i principi fondamentali al secondo comma del Suo art. 9 recita che la Repubblica "Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione". Ora, gli ulivi sono paesaggio, almeno dalla Magna Grecia in poi. Poi arrivano i burocrati di Bruxelles e ci dicono che bisogna segare esseri presenti sul territorio da millenni. 
Ho come il sospetto che dietro questa vicenda si stia giocando una guerra commerciale ai danni della produzione di olio italiano di qualità e in particolare ai danni della Puglia che ne è il maggiore produttore, con lo zampino di qualche industria farmaceutica. Chi sia l'ispiratore di questa guerra sarebbe interessante saperlo.
A meno a che non ci sia dell'altro ancora, come eventuali speculazioni sulle aree che potrebbero essere destinate ad altri usi nell'interesse di pochi.
Ma per tornare a ragionamenti più alti, scrive Salvatore Settis nel suo "Paesaggio Costituzione Cemento", Einaudi: "nel patrimonio culturale convivono due distinte componenti 'patrimoniali', perché due sono le utilità che esso genera: una si riferisce alla proprietà del singolo bene, che può essere privata o pubblica; l'altra ai valori storici e culturali, sempre e comunque di pertinenza pubblica".

Commenti

  1. Come hai detto bene Giuseppe Fornaro! Niente da aggiungere se non condividere. Leggerò Settis intanto.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Israele-Palestina: un solo Stato per due popoli

Nel 2023 ha ancora senso pensare in termini di stati su base etnico-religiosa? Ha senso incaponirsi su uno stato per gli ebrei e uno per i palestinesi? Non ci si rende conto che sono proprio gli stati e i confini che creano le guerre? Non avrebbe più senso che ebrei e palestinesi vivessero insieme in pace come fratelli sulla stessa terra dei padri in un unico stato? Sono un sognatore? Forse! Ma sono in compagnia di chi diceva I have a dream. E la sinistra  invece di fare manifestazioni pro stato palestinese dovrebbe avere un orizzonte più ampio perché a questo servono le utopie: ad avere uno sguardo lungo che permetta di costruire un cammino. Senza cadere nella trappola  degli  opposti estremismi che si sostengono a vicenda. Hamas ha bisogno di Netanyahu e Netanyahu ha bisogno di Hamas. In mezzo, come ostaggi, i due popoli. Occorre sottrarsi a questo schema, che non vuol dire essere neutrali, ma sottrarsi alle tifoserie degli opposti estremismi. Rivendicare uno stato per ...

Ode all'ape

Ode all'ape Moltitudine di api! Entra ed esce dal carminio, dall'azzurro, dal giallo, dalla più tenera morbidezza del mondo: entra in una corolla precipitosamente, per affari, esce con un vestito d'oro e gli stivali gialli. perfetta dalla cintura, con l'addome rigato da sbarre scure, la testolina sempre pensierosa e le ali bagnate: entra in tutte le finestre odorose, apre le porte della seta, penetra nei talami dell'amore più fragrante, inciampa in una goccia di rugiada come in un diamante e da tutte le case che visita estrae il miele misterioso, ricco e pesante miele, spesso aroma, liquida luce che cade a goccioloni, finché al suo palazzo collettivo ritorna e nelle gotiche merlature deposita il prodotto del fiore e del volo, il sole nuziale serafico e segreto! Moltitudine d'api! Elevazione sacra dell'unità, collegio palpitante! Ronzano sonori numeri che lavorano il nettare, passano veloc...

Il coronavirus e i media minaccia della democrazia

Mi sono chiesto come mai, me compreso, che mi considero una persona mediamente informata e mediamente attenta, le persone hanno sottovalutato il rischio del coronavirus e molti ancora oggi affollano strade e parchi? Arrivando addirittura a rivendicare la libertà di passeggiata. La risposta che mi sono dato è banale, se volete, ma ha un fondamento che cercherò di spiegare: a forza di gridare al lupo al lupo, alla fine nessuno più ci crede. I mezzi di informazione, tutti (televisione, radio, giornali, ecc.) sempre più danno spazio a notizie gridate, sempre più prediligono il sensazionalismo, il risalto dato ai personaggi politici e non che più la sparano grossa, per una ragione molto semplice: questo modo di fare "informazione" fa vendere, si vendono spazi pubblicitari durante le trasmissioni radio/tv e pagine sui giornali. Il sensazionalismo paga perché va a soddisfare la parte più morbosa di noi utenti, perché entra in simbiosi con le nostre paure, angosce, frustrazioni, r...