"Tra qualche mese me ne vado, vado via da questo paese di merda di cui sono nauseato". Non è lo sfogo di un disoccupato, un precario con famiglia a carico, un anziano con la pensione minima e problemi di salute per cui occorrono soldi per curarsi, un senza tetto che, come è successo pochi giorni fa nel profondo nord, dopo essere stato sfrattato è morto nell'auto che usava come casa. No! È lo sfogo del presidente del Consiglio dei ministri, colui che rappresenta il Paese ai massimi livelli istituzionali, l'uomo che in questo Paese ha fatto la sua fortuna economica e politica. In un paese civile, o anche solo normale, un premier che avesse detto queste cose sarebbe costretto alle dimissioni a calci nel culo. Ma in Italia no. In Italia digeriamo anche questo. Vede presidente, se questo è il paese che Lei ha definito in modo così colorito, lo è soprattutto perché Lei ha elevato a sistema il disprezzo delle regole, ha usato i palazzi istituzionali come casini (non il leader dell'UDC, ma intesi come case d'appuntamento), è accusato da vari tribunali di presunti casi di corruzione, il suo governo ha dimostrato assoluta incapacità a governare un paese moderno in piena crisi economica, ha tolto ogni speranza di futuro ai giovani e a chi aspira ad una pensione equa, ha fatto numerose leggi ad personam, ha tentato più volte le riforme della giustizia che legherebbero le mani ai magistrati anche in inchieste molto delicate come quelle per mafia e terrorismo. Per tutti questi motivi e altri ancora questo è un paese di merda. Lo è anche perché dopo uno splendido risultato del referendum sull'acqua pubblica e sul no al nucleare in questo paese si parla d'altro. In questo complice l'opposizione.
E comunque, caro Presidente, in quella breve frase intercettata il 13 luglio scorso nell'ambito di un'inchiesta della procura di Napoli sulla presunta estorsione di Tarantini ai Suoi danni, sono contenute due cose importanti: una grande notizia e un inizio di outing. La prima, perché veniamo a sapere direttamente dalla fonte interessata che tra qualche mese Lei toglierà il disturbo e ci liberemo finalmente delle sue cazzate che fanno ridere solo un pubblico adorante. Per cui cari lettori mettete in frigo le migliori bottiglie di spumante ché questo sarà un autunno da ricordare. Il secondo, invece, sta nel fatto che se è vero che un paese è lo specchio di chi lo governa, beh allora, caro Presidente, continui la sua autoanalisi e vedrà l'abisso dentro di sé e forse si renderà conto di quanto male ha fatto a questo paese di merda che è anche il Suo specchio.
Giuseppe Fornaro
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