Qualche giorno fa mi è capitato di ascoltare una canzone di Pacifico e Cristina Donà, "Semplice e inspiegabile", dall'album "Una voce non basta" dello stesso Pacifico. Una bellissima canzone con un titolo geniale, una sintesi perfetta, quasi filosofica. Due soli aggettivi per definire uno dei più grandi misteri della vita: l'amore. Semplice perché è nella condizione umana innamorarsi dell'altro/a da sé, è la cosa più semplice e allo stesso tempo complicata, l'altra faccia della stessa medaglia. Semplice e naturale. Un bisogno primario come mangiare bere respirare senza il quale la specie umana non potrebbe sopravvivere. Un sentimento di cui non potremmo fare a meno, l'unico per il quale vale la pena vivere. L'amore per una persona, una comunità, per i figli. Ma nello stesso tempo inspiegabile. Quanti di noi dalla persona amata si sono sentiti rivolgere la domanda: perché proprio io? Perché ci innamoriamo di quella persona e non di un altra? Escluso l'amore incondizionato per i figli, perché rivolgiamo il nostro cuore verso una persona specifica? E' inspiegabile, per lo meno con i canoni della ragione. E la risposta che a molti di noi sarà venuta di dare, forse l'unica possibile e che invece viene dal cuore è: perché sei Tu. Semplicemente e inspiegabilmente Tu. Dove in quel Tu c'è tutto il mistero dell'accettazione dell'altro/a per quello che è. Tu e non un altro/a. Perché quel Tu è un unicum da amare. Semplice e inspiegabile.
Nel 2023 ha ancora senso pensare in termini di stati su base etnico-religiosa? Ha senso incaponirsi su uno stato per gli ebrei e uno per i palestinesi? Non ci si rende conto che sono proprio gli stati e i confini che creano le guerre? Non avrebbe più senso che ebrei e palestinesi vivessero insieme in pace come fratelli sulla stessa terra dei padri in un unico stato? Sono un sognatore? Forse! Ma sono in compagnia di chi diceva I have a dream. E la sinistra invece di fare manifestazioni pro stato palestinese dovrebbe avere un orizzonte più ampio perché a questo servono le utopie: ad avere uno sguardo lungo che permetta di costruire un cammino. Senza cadere nella trappola degli opposti estremismi che si sostengono a vicenda. Hamas ha bisogno di Netanyahu e Netanyahu ha bisogno di Hamas. In mezzo, come ostaggi, i due popoli. Occorre sottrarsi a questo schema, che non vuol dire essere neutrali, ma sottrarsi alle tifoserie degli opposti estremismi. Rivendicare uno stato per ...
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