C'è un che di intollerabilmente totalitario nella pretesa dei fans, soprattutto napoletani, di Pino Daniele di entrare a tutti i costi nella camera ardente e di pretendere i funerali a Napoli. La morte è un fatto talmente privato al quale accostarsi in punta di piedi nel rispetto delle volontà lasciate dal defunto o di quelle della famiglia. Tanto più se qualcuno ha avuto la brillante idea di fare una foto alla salma di Pino Daniele e di pubblicarla in rete. Come dire: è veramente morto e io c'ero! Questa è la vera vergogna di questo paese ed è esattamente da qui che nasce il degrado sociale e civile. La classe politica non è altro che lo specchio fedele di questo popolo.
A trentacinque anni di distanza credo valga la pena rileggere questo intervento che Pasolini tenne alla festa de l'Unità di Milano nel 1974 e pubblicato all'epoca da Rinascita . È di un'attualità impressionante. Si parla di genocidio dei valori, di crisi economica, di incapacità a distinguere "sviluppo" da "progresso" (quanto di più attuale quando tutti, anche a sinistra, ormai parlano solo di sviluppo e trascurano il progresso, tranne che nel dirsi progressisti a parole), del ritorno sinistro di valori propri della destra nazista. Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari, Garzanti 1981, pag. 277. Vorrete scusare qualche mia imprecisione o incertezza terminologica. La materia – si è premesso – non è letteraria, e disgrazia o fortuna vuole che io sia un letterato, e che perciò non possegga soprattutto linguisticamente i termini per trattarla. E ancora una premessa: ciò che dirò non è frutto di un'esperienza politica nel senso specifico, e per così di
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