Un viaggio nella memoria quello fatto oggi 16 agosto 2014. Anche l'Italia ha avuto il suo campo di concentramento e sterminio: Era la risiera di San Sabba a Trieste dove furono uccisi ebrei, partigiani della resistenza italiana, slovena e croata, comunisti, omosessuali, molte donne. Molti furono uccisi qui, altri deportati in Germania. Molti hanno lasciato graffiti nelle celle a testimonianza del loro passaggio da dove un sapiente lavoro di ricostruzione della memoria ha fatto sì che fossero trascritti e conservati per essere ora esposti nella mostra allestita nella sala delle croci. Colpisce la lucida consapevolezza dei detenuti del destino che li attendeva. La stella rossa di stoffa nascosta in una fessura del muro di una cella da un partigiano e ritrovata nel 2013 è il testimone muto di quella storia. Lasciata lì come un messaggio in una bottiglia lanciata nell'oceano per esserci consegnata.
Italiani brava gente è una favola che dobbiamo smettere di raccontarci. Una parte di noi ha collaborato pienamente, attivamente, consapevolmente con il regime fascista e dopo anche con gli occupanti tedeschi. Questo non vuol dire riaccendere l'odio, ma conservare la memoria e sapere che dalla banalità del male nessuno è immune, nemmeno gli italiani brava gente.
La Risiera di San Sabba è stata dichiarata monumento nazionale dal presidente Saragat nel 1965.
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L'ingresso della risiera di San Sabba |
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La camera della morte |
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L'interno della camera della morte dove venivano torturati e uccisi i deportati |
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La sala delle celle |
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L'interno angusto di una cella |
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L'unica presa d'aria e di luce delle celle era il foro nella porta |
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La sala delle croci |
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Stella rossa di stoffa simbolo della resistenza rinvenuta in una fessura del muro di una cella |
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Il punto dov'era collocato il camino del forno crematorio |
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Alla base dell'edificio c'era il forno crematorio fatto saltare dalle SS in ritirata |
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Il fumo del camino del forno crematorio stilizzato |
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Il simbolo dell'unità d'Italia, da nord a sud, della lotta al nazifascismo |
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