Il giro del mondo in duecento fotografie del grande Sebastião Salgado fino all'11 maggio a Venezia, Palazzo Tre Oci.
Un percorso espositivo mozza fiato dal titolo "Genesi" in cui Salgado in dieci anni di fotografie nei diversi continenti del pianeta ci mostra quanto fragile sia l'equilibrio dell'ecosistema del pianeta. Salgado sembra dirci che solo le popolazioni tribali ancora esistenti con i loro usi e costumi sono in grado di vivere in simbiosi e armonia con la natura, di prendere da essa lo stretto necessario per sopravvivere con la consapevolezza ancestrale che un di più tolto alla natura altera gli equilibri e mette in discussione la sopravvivenza della specie e della natura. Una consapevolezza che l'uomo che vive nei paesi industrializzati ha perso in una rincorsa ad accumulare beni oltre ogni umana capacità di poterne godere. Ed è proprio ciò che sta alterando gli equilibri della terra. Le conseguenze sono drammaticamente sotto gli occhi di tutti: cambiamenti climatici, deforestazione, aumento delle malattie, guerre come conseguenza di risorse che diventano sempre più scarse per uomini sempre più bisognosi di cose.
La mostra offre diversi spunti di riflessione, sulla potenza della natura, sul rapporto tra l'uomo e l'ecosistema, sui diversi ecosistemi del pianeta e le diverse condizioni ambientali, sulla fragilità della condizione umana. Un vero proprio giro del mondo in cui il grande Maestro della fotografia contemporanea ancora una volta è capace di parlare all'intimità di ognuno, a patto che la fotografia non diventi occasione di riflessione sui tecnicismi fotografici, ma sui contenuti che le immagini esprimono.
Un percorso espositivo mozza fiato dal titolo "Genesi" in cui Salgado in dieci anni di fotografie nei diversi continenti del pianeta ci mostra quanto fragile sia l'equilibrio dell'ecosistema del pianeta. Salgado sembra dirci che solo le popolazioni tribali ancora esistenti con i loro usi e costumi sono in grado di vivere in simbiosi e armonia con la natura, di prendere da essa lo stretto necessario per sopravvivere con la consapevolezza ancestrale che un di più tolto alla natura altera gli equilibri e mette in discussione la sopravvivenza della specie e della natura. Una consapevolezza che l'uomo che vive nei paesi industrializzati ha perso in una rincorsa ad accumulare beni oltre ogni umana capacità di poterne godere. Ed è proprio ciò che sta alterando gli equilibri della terra. Le conseguenze sono drammaticamente sotto gli occhi di tutti: cambiamenti climatici, deforestazione, aumento delle malattie, guerre come conseguenza di risorse che diventano sempre più scarse per uomini sempre più bisognosi di cose.
La mostra offre diversi spunti di riflessione, sulla potenza della natura, sul rapporto tra l'uomo e l'ecosistema, sui diversi ecosistemi del pianeta e le diverse condizioni ambientali, sulla fragilità della condizione umana. Un vero proprio giro del mondo in cui il grande Maestro della fotografia contemporanea ancora una volta è capace di parlare all'intimità di ognuno, a patto che la fotografia non diventi occasione di riflessione sui tecnicismi fotografici, ma sui contenuti che le immagini esprimono.
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