Quello
che sta facendo Israele è atroce e sbagliato, ma io non vorrei avere
come paese confinante uno stato islamico integralista. C'è all'interno
della questione palestinese un'altra questione palestinese che attiene
ai rapporti di forza tra le diverse componenti dell'autorità nazionale.
Morto Arafat, o assassinato come ormai sembra, la leadership palestinese
è implosa e organizzazioni laiche come
Al Fatah sono state fagocitate da organizzazioni di ispirazione
religiosa che in tutto il medioriente stanno prendendo il sopravvento.
Arafat doveva morire anche per questo. Tutto questo al netto del fatto
che il popolo palestinese ha diritto ad avere un proprio stato e che
l'espansione israeliana nei territori palestinesi deve essere fermata.
Ma, sinceramente, questo compito non può essere lasciato in mano ad
Hamas. Questa guerra serve solo a rafforzare il consenso degli opposti
estremismi, sia all'interno di Israele, sia all'interno del popolo
palestinese e per ricaduta nell'intero medioriente. In mezzo, a
rimetterci, c'è la popolazione civile. Come sempre accade con le guerre.
Sulla pelle della popolazione civile si sta giocando una partita per il
controllo della leadership in medioriente tra le fazioni di ispirazione
islamica
A trentacinque anni di distanza credo valga la pena rileggere questo intervento che Pasolini tenne alla festa de l'Unità di Milano nel 1974 e pubblicato all'epoca da Rinascita . È di un'attualità impressionante. Si parla di genocidio dei valori, di crisi economica, di incapacità a distinguere "sviluppo" da "progresso" (quanto di più attuale quando tutti, anche a sinistra, ormai parlano solo di sviluppo e trascurano il progresso, tranne che nel dirsi progressisti a parole), del ritorno sinistro di valori propri della destra nazista. Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari, Garzanti 1981, pag. 277. Vorrete scusare qualche mia imprecisione o incertezza terminologica. La materia – si è premesso – non è letteraria, e disgrazia o fortuna vuole che io sia un letterato, e che perciò non possegga soprattutto linguisticamente i termini per trattarla. E ancora una premessa: ciò che dirò non è frutto di un'esperienza politica nel senso specifico, e per così di
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