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Droghe legali? Sì, grazie! Ma non per tutti

Cannabis sativa
Ora che gli entusiasmi sul pronunciamento della Corte Costituzionale sulle droghe cosiddette leggere sono stati sostituiti dai commenti sul governo Renzi, sono necessarie alcune riflessioni a mente fredda, requisito quanto mai necessario per un tema come questo.
Intanto, legalizzare non dovrebbe voler dire vendita libera al tabaccaio sotto casa, ma vendita e somministrazione controllata con alcuni obiettivi di fondo: ridurre il danno, sottrarre il mercato delle droghe all'economia illegale delle mafie su cui si reggono interi imperi criminali e depenalizzarne l'uso. 
Legalizzare si può e si deve, ma non per tutti. In primo luogo non certo per i minorenni. Del resto nemmeno le sigarette possono essere vendute ai minori figuriamoci le droghe. E poi occorre mettere alcuni paletti fermi. Innanzitutto, per alcune categorie professionali l'uso deve continuare ad essere assolutamente vietato, per motivi facilmente intuibili insiti nella specificità delle mansioni svolte da queste categorie che dovrebbero essere a mio parere: personale medico e infermieristico delle strutture sanitarie; personale delle forze dell'ordine e delle forze armate; dipendenti di aziende classificate a rilevante rischio ambientale (industrie chimiche, siderurgiche, centrali termoelettriche qualunque sia il combustibile usato per la produzione di energia, ecc.); autisti di professione addetti al trasporto merci e persone; piloti e personale di bordo dell'aviazione civile. Per queste categorie dovrebbero essere previsti controlli periodici obbligatori a sorpresa. Dopo tre positività con relativo richiamo dovrebbe scattare il licenziamento. Del resto è così che funziona anche nei paesi in cui l'uso delle droghe è legale.
E' inutile dilungarsi sul perché proprio queste categorie dovrebbero essere escluse, basti dire solo che sono categorie da cui dipende l'incolumità di altre persone.

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