Dunque il 4 maggio ci sarà una prima ripresa di alcune attività. Era ora! Non si poteva continuare con un blocco totale delle attività, altrimenti se non ci ammazza il virus rischiano di ammazzarci le tensioni sociali causate dalla perdita di occupazione per milioni di lavoratori.
Sembra però che questo virus, purtroppo, non ci abbia insegnato niente. All'inizio della quarantena eravamo tutti fiduciosi che ne saremmo usciti migliori. Invece... Invece, si ripropongono le stesse logiche di sempre che mettono al primo posto il profitto e solo dopo la salute dei lavoratori, anzi ritorna il classico ricatto lavoro contro salute. Nonostante i sindacati siano stati baciati dal miracolo di tornare a contare qualcosa nella contrattazione col governo dopo un lungo periodo di oblio. Eppure, neanche a loro quell'oblio è servito per aprire gli occhi. Una condizione sola dovevano porre, oltre a quelle scontate delle norme igieniche sulle quali hanno sfondato una porta aperta, ed era quella di chiedere obbligatoriamente di effettuare il tampone a tutti coloro che dovranno tornare al lavoro dando il nulla osta solo a chi risultasse negativo al virus. E magari estendere il tampone a tutti quelli che non hanno mai smesso di lavorare, tipo gli addetti dei supermercati e in generale tutti quelli che hanno lavorato in attività di supporto a quelle essenziali. Invece, nulla. Ancora una volta si sono accodati alla linea padronale e governativa. Quindi, se malauguratamente i contagi dovessero tornare a crescere sapremo dove guardare, non per additare untori, ma per sottolineare responsabilità politico-sindacali.
Se provate a cercare i dati sul numero di tamponi effettuati disaggregati per province non li troverete da nessuna parte. Non sul sito del ministero della salute, non su quello dell'ISS, non su quello della regione, non su quello della vostra azienda sanitaria provinciale. Almeno, è così per la regione Emilia Romagna ed è così per la Ausl di Ferrara. Il buio assoluto.
Sul sito della Regione Emilia Romagna si trovano solo dati aggregati. Il numero totale di tamponi dall'inizio dell'epidemia in regione è di 161.928 al 26 aprile. Ora, la regione Emilia Romagna (dati Istat) al primo gennaio contava una popolazione di 4.459.477 abitanti, dunque i tamponi effettuati sono pari solo al 3.63% sul totale della popolazione. Se poi andate sul sito dell'Ausl di Ferrara non troverete alcun dato, nemmeno sul totale dei positivi. Nonostante sia indicata come una provincia col più basso tasso di contagi. Certo, se non si fanno i tamponi non si troveranno mai i positivi! Se la logica ai cui le aziende sanitarie (già chiamarle aziende mette i brividi) è quella delle compatibilità di bilancio è evidente che fare i tamponi è un costo. E come farebbero poi i direttori generali a farsi rinnovare contratti milionari?
Per concludere, temo che da questa pandemia ne stiamo uscendo esattamente come ci siamo entrati e questo è di una tristezza infinita perché sta ad indicare che la logica economica continua a dominare nonostante che questo virus ci abbia sbattuto in faccia che è proprio dalla nostra ingordigia che è partita questa pandemia.
Sembra però che questo virus, purtroppo, non ci abbia insegnato niente. All'inizio della quarantena eravamo tutti fiduciosi che ne saremmo usciti migliori. Invece... Invece, si ripropongono le stesse logiche di sempre che mettono al primo posto il profitto e solo dopo la salute dei lavoratori, anzi ritorna il classico ricatto lavoro contro salute. Nonostante i sindacati siano stati baciati dal miracolo di tornare a contare qualcosa nella contrattazione col governo dopo un lungo periodo di oblio. Eppure, neanche a loro quell'oblio è servito per aprire gli occhi. Una condizione sola dovevano porre, oltre a quelle scontate delle norme igieniche sulle quali hanno sfondato una porta aperta, ed era quella di chiedere obbligatoriamente di effettuare il tampone a tutti coloro che dovranno tornare al lavoro dando il nulla osta solo a chi risultasse negativo al virus. E magari estendere il tampone a tutti quelli che non hanno mai smesso di lavorare, tipo gli addetti dei supermercati e in generale tutti quelli che hanno lavorato in attività di supporto a quelle essenziali. Invece, nulla. Ancora una volta si sono accodati alla linea padronale e governativa. Quindi, se malauguratamente i contagi dovessero tornare a crescere sapremo dove guardare, non per additare untori, ma per sottolineare responsabilità politico-sindacali.
Se provate a cercare i dati sul numero di tamponi effettuati disaggregati per province non li troverete da nessuna parte. Non sul sito del ministero della salute, non su quello dell'ISS, non su quello della regione, non su quello della vostra azienda sanitaria provinciale. Almeno, è così per la regione Emilia Romagna ed è così per la Ausl di Ferrara. Il buio assoluto.
Sul sito della Regione Emilia Romagna si trovano solo dati aggregati. Il numero totale di tamponi dall'inizio dell'epidemia in regione è di 161.928 al 26 aprile. Ora, la regione Emilia Romagna (dati Istat) al primo gennaio contava una popolazione di 4.459.477 abitanti, dunque i tamponi effettuati sono pari solo al 3.63% sul totale della popolazione. Se poi andate sul sito dell'Ausl di Ferrara non troverete alcun dato, nemmeno sul totale dei positivi. Nonostante sia indicata come una provincia col più basso tasso di contagi. Certo, se non si fanno i tamponi non si troveranno mai i positivi! Se la logica ai cui le aziende sanitarie (già chiamarle aziende mette i brividi) è quella delle compatibilità di bilancio è evidente che fare i tamponi è un costo. E come farebbero poi i direttori generali a farsi rinnovare contratti milionari?
Per concludere, temo che da questa pandemia ne stiamo uscendo esattamente come ci siamo entrati e questo è di una tristezza infinita perché sta ad indicare che la logica economica continua a dominare nonostante che questo virus ci abbia sbattuto in faccia che è proprio dalla nostra ingordigia che è partita questa pandemia.
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