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Visualizzazione dei post da novembre, 2009

Sateriale e la leggerezza delle parole

Fa piacere sapere che le Istituzioni democratiche di questa città godono di ottima salute, tanto più se la rassicurazione viene dal primo cittadino. Ne prendo atto con soddisfazione e con me tutti quei cittadini che hanno temuto per le istituzioni. Personalmente sono abituato ad attribuire un valore sacrale alle parole, tanto più se pronunciate in un conteso e intorno ad una vicenda delicata e dolorosa come quella Aldrovandi, e inoltre se a proferirle, con l'autorevolezza che discende dal ruolo, è un ex sindaco. Evidentemente i fatti riferiti da Sateriale erano ingigantiti da lui stesso al punto che oggi "gli viene da sorridere" (il virgolettato è preso dalla risposta del sindaco Tagliani). Singolare che questa precisazione e ridimensionamento dei fatti avvenga de relato , cioè non dal diretto interessato, e per di più ad oltre un mese e non il giorno dopo l'uscita dei giornali il 18 ottobre scorso. Come se su quella vicenda si potessero spendere parole gratuite. Ci t

Ferrara città omertosa

Ferrara è una città omertosa. Cercherò di motivare questa affermazione ricostruendo alcuni fatti. Il 17 ottobre scorso, un mese fa, a Palazzo Bonaccossi si svolge la presentazione di un libro sul caso Aldrovandi. L'ex sindaco Gaetano Sateriale dichiara pubblicamente che nel periodo in cui chiedeva che si facesse luce sulla morte di Federico si sentiva spiato, tanto da preferire parlare del caso con il suo vice fuori dall'ufficio o addirittura in macchina. I giornali il giorno dopo titolano: "Sateriale si sentiva spiato". Dall'interessato non giungono né smentite né precisazioni. I fatti denunciati sono di una gravità inaudita. È inconcepibile che una pubblica autorità nell'esercizio delle proprie funzioni venga spiata solo perché, com'è connaturato al ruolo di primo cittadino, chiede sia fatta luce sulla morte di un ragazzo di 18 anni ad opera di quattro agenti di polizia in servizio che lo avevano fermato. Eppure è come se Sateriale avesse raccontato una

Il genocidio

A trentacinque anni di distanza credo valga la pena rileggere questo intervento che Pasolini tenne alla festa de l'Unità di Milano nel 1974 e pubblicato all'epoca da Rinascita . È di un'attualità impressionante. Si parla di genocidio dei valori, di crisi economica, di incapacità a distinguere "sviluppo" da "progresso" (quanto di più attuale quando tutti, anche a sinistra, ormai parlano solo di sviluppo e trascurano il progresso, tranne che nel dirsi progressisti a parole), del ritorno sinistro di valori propri della destra nazista.   Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari, Garzanti 1981, pag. 277.   Vorrete scusare qualche mia imprecisione o incertezza terminologica. La materia – si è premesso – non è letteraria, e disgrazia o fortuna vuole che io sia un letterato, e che perciò non possegga soprattutto linguisticamente i termini per trattarla. E ancora una premessa: ciò che dirò non è frutto di un'esperienza politica nel senso specifico, e per così di