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Cronaca da un autoisolamento

Mi sono imposto un autoisolamento volontario. Sono in casa ininterrottamente da venerdì 13 marzo alle 13 e ci starò per tutta questa settimana. L'unica uscita è stata per andare a buttare il vetro della differenziata nel cassonetto di fronte a casa. Stasera uscirò per gettare l'umido. Quello proprio non posso tenermelo in casa. Non sono sintomatico, ma, come tutti, non posso dire di essere negativo al coronavirus. In più il mio medico mi ha consigliato, per una patologia pregressa, di attenermi scrupolosamente alle norme di sicurezza e igiene. Improvvisamente mi sono sentito vulnerabile. Se fino a quel momento non avevo percepito il pericolo in tutta la sua portata e mi dicevo che l'infezione era sì grave, ma i numeri dei contagiati erano di molto inferiori ad una normale influenza (ragionamento che in molti si sono fatti e, purtroppo, ancora oggi si fanno), mi sono improvvisamente reso conto che la cosa è molto seria. E così eccomi qui. Ho dovuto, però, attingere alle ferie, anche se non ne avevo di vecchie. Ma, come si dice, la salute viene prima di tutto. Mia e anche quella degli altri. Perché, come dicevo prima, ciascuno di noi potrebbe essere positivo e non saperlo e allora bisogna interrompere la catena del contagio. E così ho coniato il motto "Chi sta a casa protegge anche te". E sento di proteggere anche i miei colleghi restando a casa.
Mi sono detto che questa settimana-dieci giorni di clausura voglio viverli come un esperimento su me stesso, vedere come reagisco alla costrizione, seppur breve, nella limitazione della libertà di movimento. Intanto, ho fatto una scoperta che al momento mi sta dando grandi soddisfazioni, complici le bellissime giornate di sole (che erano la cosa che più temevo perché di solito con le belle giornate se non esco impazzisco). Invece, ho scoperto il mio "balcone beach", come l'ho ribattezzato. Il balcone di casa mia è esposto ad ovest e ci batte il sole dalle 11 della mattina al tramonto. E così ho preso l'abitudine al pomeriggio di sedermici ad abbronzarmi, mezz'ora-trequarti d'ora tutti i pomeriggi, da qui il nome che gli ho dato. Ho scoperto così che il mio balcone è fantastico (l'ho scoperto solo ora dopo tredici anni, sic!), ma ho potuto farlo non solo perché ne ho il tempo non lavorando, ma perché l'aria della mia strada è diventata respirabile e quindi posso stare all'aperto e tenere le finestre spalancate. Infatti, la mia casa affaccia su una strada ad alto scorrimento, pur essendo una strada di quartiere, ma che molti usano come scorciatoia per entrare in città (visto che niente glielo impedisce). E questo è il secondo effetto di questo isolamento forzato al quale in molti, per fortuna, si stanno attenendo: è calato il traffico e l'aria della città è tornata respirabile. Dovremmo ricordarcelo quando tutto questo sarà passato. Di conseguenza sto beneficiando della clausura degli altri 
C'è da dire che non mi è mai pesata la solitudine, sto bene da solo con me stesso, tutto sommato ci convivo bene. Ho molti interessi. Leggo, scrivo, navigo in internet, faccio telefonate, frequento i social, riguardo foto che ho scattato. Dopo anni ho creato un gruppo whatsapp con i miei fratelli (l'ho creato io che sono il più vecchio rispetto agli altri due, e anche di molto) per fare videochiamate di gruppo perché nel nostro caso non ci si vede spesso per via della distanza. Uno vive a Bologna, l'altro in Puglia. E questo è il terzo fatto positivo prodotto da questo isolamento: ritrovare, attraverso la tecnologia, il piacere di comunicare e il tempo per farlo per il solo piacere di farlo. 
Come ho scritto nell'articolo precedente su questo blog, questa pandemia ci sta regalando del tempo. E' il regalo più grande che possiamo ricevere essendo il tempo una risorsa ad esaurimento per ognuno di noi, ed è una risorsa a somma zero. Ora possiamo impiegare questo tempo veramente per esplorare la parte più profonda di noi stessi e per dedicaci a noi, per sottrarci alla costrizione di un tempo eterodiretto in cui non siamo noi a decidere cosa fare e quando farlo. Abbiamo tempo per dedicarci alla nostra rivoluzione umana, a dare valore alle cose che ci stanno a cuore. Se facciamo questo ne usciremo migliori di come siamo entrati in questa crisi.

Commenti

  1. Condivido pienamente il tuo pensiero. Non posso godere liberamente del mio tempo, però credo anche io che in qualche modo questa pausa forzata ci farà del bene. Un abbraccio

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