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Di quali interessi è garante il ministro Speranza?

A seguito della pandemia da Covid19 gli esperti ci avvertono che questo tipo di infezioni globali saranno sempre più frequenti visto il nostro rapporto predatorio nei confronti della natura che ci porta ad abbattere le barriere tra noi e gli spazi incontaminati e a venire in contatto con nuovi virus. Se così è non è pensabile continuare a devastare la natura, in primo luogo per la stessa sopravvivenza del pianeta e in secondo luogo non è immaginabile una sospensione della vita e delle attività umane così come l'abbiamo conosciuta tra il 2020 e il 2021 con continui lockdown seguiti alternativamente ad aperture e chiusure delle attività economiche e in generale della vita delle persone. 

Per questo motivo fin dall'inizio degli anni Duemila l'Organizzazione mondiale della sanità ha raccomandato gli stati di mettere a punto piani pandemici e di aggiornarli costantemente seguendo linee guida concordate, in particolare a seguito dell'epidemia da aviaria del 2003. 

L'Italia si dotò di un piano nel 2006, da allora non è mai stato aggiornato. Anzi. Un'inchiesta di Report ha rivelato che in piena pandemia da Covid19 chi doveva presentare il nuovo piano all'OMS non ha fatto altro che copiare e incollare il piano del 2006 datandolo 2016. Un falso! Che probabilmente è costato vite umane. Ma su questo la procura di Bergamo ha aperto un'inchiesta che speriamo porti ad individuare le responsabilità.

Un piano pandemico è uno strumento essenziale perché "non è dunque solo il piano di risposta al momento dell’emergenza, ma dipinge piuttosto un quadro generale di come si debba agire tra una pandemia e l’altra. È una sorta di manuale, mi piace definirlo una 'partitura d’orchestra' in cui tanti elementi devono combinarsi per poter produrre un risultato coordinato e il più possibilmente armonico”, ha dichiarato l’epidemiologa Stefania Salmaso, dal 2004 al 2015 a capo del Centro nazionale di Epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell'Istituto superiore di Sanità, al Il Bo Live, notiziario dell'Università di Padova. 

Sempre dal notiziario dell'Università di Padova si apprende che "In un piano pandemico, ha sottolineato recentemente l’Associazione italiana di epidemiologia in un contributo pubblicato su Scienzainrete, ognuno riesce a leggere il proprio ruolo, in un’azione sinergica e mirata con l’obiettivo di ridurre e interrompere la trasmissione delle infezioni, curare i malati, evitare i decessi, e soprattutto mantenere la continuità della vita della società in cui viviamo”. "Il documento deve quantificare e identificare le risorse umane ed economiche necessarie a livello nazionale, regionale e locale - si legge sempre nel notiziario - per fronteggiare una pandemia, e dunque per sostenere la sorveglianza epidemiologica, le cure, le vaccinazioni e l’addestramento del personale di rinforzo che andrebbe ad affiancare quello dei dipartimenti di Prevenzione coinvolti d’ufficio. Deve indicare i capitoli di spesa a cui attingere e le norme per attivarli e istruire sui propri ruoli quanti, nel settore della sanità e della pubblica amministrazione, possono essere coinvolti – secondo quanto indicato nel piano – nella risposta alla pandemia".

Ecco il punto chiave: un piano pandemico serve soprattutto a mantenere la continuità della vita della società in cui viviamo. Ognuno piò constatare se questa continuità è stata garantita in questo anno e mezzo o se, come è accaduto, le nostre vite sono state come sospese facendo pagare un prezzo altissimo ai giovani che hanno perso due anni scolastici e tra i quali sono aumentati i casi di disturbi del comportamento e disturbi alimentari e alle categorie economiche più esposte ai contraccolpi delle scelte politiche delle chiusure delle attività.

Da questo quadro, o da questa partitura come la definisce la professoressa Salmaso, emerge chiaramente che nel nostro paese tutto ciò è mancato. Se ci sono responsabilità dei funzionari preposti al compito della stesura del piano pandemico è evidente che questi hanno goduto della silenzio e della copertura del livello politico, in particolare dei ministri della sanità che si sono succeduti dal 2006 ad oggi, ma ancor di più dell'attuale ministro in carica che avrebbe dovuto denunciare immediatamente e pubblicamente la mancanza di un piano, se non altro per non fornire coperture a negligenze passate che stanno costando vite umane. Come se non bastasse Speranza ha negato un'intervista alla trasmissione Report di Rai3 che ha condotto l'inchiesta sulla falsificazione del piano pandemico. Viene da chiedersi perché. Che interesse ha Speranza a coprire queste mancanze che dipendono solo in parte da lui? E' soltanto l'ultimo don Abbondio di cui la storia ci ha fornito numerosi esempi o c'è dell'altro? Perché tace e continua a sostenere una posizione rigorista sulle riaperture quando intere categorie economiche e migliaia di lavoratori stanno perdendo il loro sostentamento? Chi rappresenta veramente Speranza, esponente di una forza politica che dovrebbe rappresentare i lavoratori e i più deboli? Di quali interessi si fa garante?

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