Costituzione della Repubblica italiana.
Art. 67
Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.
Art. 92
Il Governo della Repubblica è composto dal Presidente del Consiglio e dai ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei ministri.
Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri.
Art. 94
Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere.
Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale.
Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia.
Il voto contrario di una o di entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni.
La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione.
Berlusconi vorrebbe tentare un golpe bianco ai danni della Costituzione e degli organi Costituzionali quali il Presidente della Repubblica e il Parlamento attraverso una martellante campagna mediatica volta a convincere gli italiani, a digiuno di conoscenza della loro Carta fondamentale, che se dovesse cadere il governo l'unica strada sono le elezioni essendo lui espressione della volontà popolare. Nulla di più falso. Intanto, perché gli elettori scelgono una maggioranza di governo e non direttamente un presidente del consiglio che viene, semmai, "indicato" come leader dalla coalizione e dunque dalle segreterie dei partiti (al netto delle primarie eventuali). In secondo luogo perché, come si vede chiaramente dall'art. 92 della Costituzione, il presidente del consiglio riceve l'incarico dal Presidente della Repubblica. Potrà governare solo dopo aver ottenuto la fiducia al suo programma dal Parlamento (art. 94). Di conseguenza se Berlusconi dovesse cadere Napolitano è obbligato a conferire un incarico esplorativo ad una personalità politica per verificare se vi sono le condizioni per continuare a governare. Nel caso tali condizioni vi fossero, e la nuova coalizione formatasi in Parlamento, che è e resta sovrano, dovesse ottenere la fiducia, il governo sarebbe legittimato ad operare. Anche perché, e qui siamo al terzo punto, pure i parlamentari dell'opposizione sono eletti dal popolo e dunque sono espressione della volontà popolare.
Questi che Berlusconi e i suoi peones chiamano formalismi sono i dettami della Costituzione su cui lui e il suo governo hanno giurato fedeltà e un suo tradimento potrebbe configurarsi come attentato alla Costituzione e agli organi Costituzionali (il Presidente della Repubblica e le Camere) qualora la polemica politica dovesse trascendere in un impedimento del Parlamento ad operare.
Come insegnano i costituzionalisti, nel diritto la forma è sostanza, di conseguenza il rispetto formale della Carta fondamentale è la sostanza dell'agire democratico. Tutto il resto è fuori dalle regole e dalla Costituzione.
L'altra obiezione è che gli elettori hanno scelto una maggioranza. Vero, ma non basta. L'art. 67 dice che "Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato", cioè non deve obbedire a nessun ordine di partito, ma soltanto alla propria coscienza e questo vale sempre, qualsiasi scelta parlamentare il singolo rappresentante del popolo si trovi a compiere in aula. Dopo saranno gli elettori alla tornata successiva a decidere se il fatto che quel parlamentare abbia obbedito alla propria coscienza rispecchiava anche il loro comune sentire, se non fosse che i cittadini sono stati espropriati della possibilità di scelta attraverso il voto di preferenza abolito dalla legge elettorale porcata. In ogni caso non ci sono altre strade, non ci sono scorciatoie. La democrazia è fatta di regole è chi si pone fuori da queste regole si pone fuori dalla democrazia avendo in mente un altro disegno di governo che non è quello che il nostro paese si è dato con la Costituzione. E allora tutto ciò si chiama golpe.
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