Non sono un pacifista, ma sto con Emergency. Una posizione apparentemente contraddittoria, ma credo abbia legittimità di cittadinanza anche tra quanti stanno con l'organizzazione di Gino Strada senza se e senza ma. Si tratta di capirsi sul termine pacifista e cercherò di spiegarmi.
Ritengo ci siano guerre che sia necessario e giusto combattere e nel fare questa affermazione non penso certo alle guerre degli eserciti e degli stati, penso alle guerre di liberazione dei popoli, come fu la nostra Resistenza, come furono le guerre di liberazione dal colonialismo in Africa negli anni Sessanta e Settanta, come fu la rivoluzione cubana e quelle tentate dal Che nell'America del sud, come fu la lotta Sandinista in Nicaragua negli anni Ottanta. In questa accezione non sono un pacifista.
Se invece per pacifismo si intende un impegno civile costante e quotidiano affinché le guerre non siano più necessarie, affinché l'oppressione dell'uomo sull'uomo non abbia diritto di cittadinanza in questo mondo, beh, allora, mi sento un pacifista. Ed è per questo che sto con Emergency, con il suo impegno quotidiano affinché prevalga un senso nuovo di umanità. Sto con Emergency anche per un'altra ragione più specifica che ha a che fare con la guerra in Afghanistan. La barzelletta che le forze occidentali sono in quel paese per ripristinare la democrazia è, appunto, una barzelletta da bar sport. Gli Stati Uniti, è bene ricordarlo, hanno finanziato per decenni i talebani quando il mondo era diviso in blocchi e quel paese era sotto l'influenza dell'Unione Sovietica, hanno armato e addestrato Ben Laden e i suoi uomini e come un apprendista stregone la loro creatura gli si è rivoltata contro. Per la stessa ragione ora occupano quel paese, perché di quel paese interessa, ora come allora, la posizione strategica nello scacchiere geopolitico del mondo e le risorse naturali che contiene, petrolio in primo luogo. Tutto ciò non ha nulla a che fare con una guerra necessaria e giusta, tanto meno quando la maggioranza delle vittime, come più volte ha ripetuto Gino Strada, sono donne e bambini, è la popolazione civile.
Sento già l'obiezione: senza l'intervento degli Stati Uniti nemmeno noi avremmo potuto liberarci dal nazi-fascismo. Vero, e non si può non essere grati per quell'intervento, ma è bene ricordare che non fu certo gratuito. Abbiamo pagato abbondantemente il nostro debito con gli Stati Uniti. Il prezzo che abbiamo dovuto pagare è stato alto in vite umane e in democrazia bloccata. Per gli Usa noi rappresentavamo, per la nostra posizione strategica nel Mediterraneo, un avamposto nella contrapposizione di quello che sarà il mondo diviso in blocchi. Sul nostro territorio per decenni si è combattuta una guerra camuffata da terrorismo interno, con centinaia di vittime. Tutte le stragi e la strategia della tensione provengono da lì, dalla guerra non dichiarata ufficialmente contro il più grande partito comunista occidentale e contro una fetta consistente di cittadini italiani che a quel partito davano il loro consenso. Per decenni siamo stati un paese a sovranità limitata. Ci furono anni in cui il progetto di colpo di stato era all'ordine del giorno e prevedeva l'arresto dei dirigenti del Pci e della Cgil sul modello che fu attuato nel Cile di Pinochet. Poi si scoprì che esisteva un'organizzazione segreta che avrebbe dovuto attuare, con la complicità di apparati dello Stato, quel progetto con uomini addestrati militarmente per farlo. Si chiamava Gladio. Ma chi se ne ricorda più di tutto ciò?
E poi, cosa c'entrano gli Stati Uniti e l'alleanza occidentale nell'occupazione dell'Afghanistan o dell'Iraq? Chi li ha investiti di questa autorità di polizia internazionale? Si è fatto dell'Onu carta straccia ripristinando le condizioni precedenti la seconda guerra mondiale in cui a dettare legge erano le potenze più forti. Fu proprio per la lezione di quel conflitto che il mondo si dotò di un organismo sovranazionale per dirimere le controversie. Ma l'Onu, ormai da molto tempo, è esautorato politicamente ed economicamente. Non ha risorse proprie anche perché gli Stati membri, Usa in testa, non versano da anni i contributi economici previsti. Una vergogna.
Sto con Emergency perché la costruzione di una umanità nuova richiede che ci siano persone che lavorano per difendere i più deboli, le vittime innocenti delle guerre di cui l'umanità dovrebbe imparare a fare a meno, perché le vittime pur nell'orrore della guerra possano coltivare la speranza di un futuro diverso di fratellanza nella misura in cui, lacere e ferite, sono accolte e curate da altri uomini che hanno scelto un modello di vita che esclude l'orrore e la sopraffazione dal proprio agire.
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